Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/216

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210 canto


68
     E senza indugio e senza altro rispetto
corre al suo caro amante, e il collo abbraccia;
e non può trar parola fuor del petto,
ma di lacrime il sen bagna e la faccia.
Orlando attento all’amoroso affetto,
senza che piú chiarezza se gli faccia,
vide a tutti gl’indizii manifesto
ch’altri esser, che Zerbin, non potea questo.

69
     Come la voce aver poté Issabella,
non bene asciutta ancor l’umida guancia,
sol de la molta cortesia favella,
che l’avea usata il paladin di Francia.
Zerbino, che tenea questa donzella
con la sua vita pare a una bilancia,
si getta a’ piè del conte, e quello adora
come a chi gli ha due vite date a un’ora.

70
     Molti ringraziamenti e molte offerte
erano per seguir tra i cavallieri,
se non udian sonar le vie coperte
dagli arbori di frondi oscuri e neri.
Presti alle teste lor, ch’eran scoperte,
posero gli elmi, e presero i destrieri:
et ecco un cavalliero e una donzella
lor sopravien, ch’a pena erano in sella.

71
     Era questo guerrier quel Mandricardo
che dietro Orlando in fretta si condusse
per vendicar Alzirdo e Manilardo,
che ’l paladin con gran valor percusse:
quantunque poi lo seguitò piú tardo;
che Doralice in suo poter ridusse,
la quale avea con un troncon di cerro
tolta a cento guerrier carchi di ferro.