Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/248

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242 canto


56
     Come io vi dico, sopraggiunta a caso
a quei duo amanti Fiordiligi bella,
conobbe l’arme, e Brigliador rimaso
senza il patrone e col freno alla sella.
Vide con gli occhi il miserabil caso,
e n’ebbe per udita anco novella;
che similmente il pastorel narrolle
aver veduto Orlando correr folle.

57
     Quivi Zerbin tutte raguna l’arme,
e ne fa come un bel trofeo su ’n pino;
e volendo vietar che non se n’arme
cavallier paesan né peregrino,
scrive nel verde ceppo in breve carme:
— Armatura d’Orlando paladino; —
come volesse dir: nessun la muova,
che star non possa con Orlando a prova.

58
     Finito ch’ebbe la lodevol opra,
tornava a rimontar sul suo destriero;
et ecco Mandricardo arrivar sopra,
che visto il pin di quelle spoglie altiero,
lo priega che la cosa gli discuopra:
e quel gli narra, come ha inteso, il vero.
Allora il re pagan lieto non bada,
che viene al pino, e ne leva la spada,

59
     dicendo: — Alcun non me ne può riprendere;
non è pur oggi ch’io l’ho fatta mia,
et il possesso giustamente prendere
ne posso in ogni parte, ovunque sia.
Orlando che temea quella difendere,
s’ha finto pazzo, e l’ha gittata via;
ma quando sua viltá pur cosí scusi,
non debbe far ch’io mia ragion non usi. —