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Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/380

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374 canto


84
     Appresso alle ragioni avea il sincero
e giusto vecchio in pronto alcuno esempio
di donne, che né in fatto in pensiero
mai di lor castitá patiron scempio.
Ma il Saracin, che fuggia udire il vero,
lo minacciò con viso crudo et empio,
sí che lo fece per timor tacere;
ma giá non lo mutò di suo parere.

85
     Posto ch’ebbe alle liti e alle contese
termine il re pagan, lasciò la mensa;
indi nel letto per dormir si stese
fin al partir de l’aria scura e densa:
ma de la notte, a sospirar l’offese
piú de la donna ch’a dormir, dispensa.
Quindi parte all’uscir del nuovo raggio,
e far disegna in nave il suo vïaggio.

86
     Però ch’avendo tutto quel rispetto
ch’a buon cavallo dee buon cavalliero,
a quel suo bello e buono, ch’a dispetto
tenea di Sacripante e di Ruggiero;
vedendo per duo giorni averlo stretto
piú che non si dovria sí buon destriero,
lo pon, per riposarlo, e lo rassetta
in una barca, e per andar piú in fretta.

87
     Senza indugio al nocchier varar la barca,
e dar fa i remi all’acqua da la sponda.
Quella, non molto grande e poco carca,
se ne va per la Sonna giú a seconda.
Non fugge il suo pensier né se ne scarca
Rodomonte per terra né per onda:
lo trova in su la proda e in su la poppa;
e se cavalca, il porta dietro in groppa.