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trentesimosecondo 463


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     Altri Perduta, altri ha nomata Islanda
l’isola, donde la regina d’essa,
di beltá sopra ogni beltá miranda,
dal ciel non mai, se non a lei, concessa,
lo scudo che vedete, a Carlo manda;
ma ben con patto e condizione espressa,
ch’al miglior cavallier lo dia, secondo
il suo parer, ch’oggi si trovi al mondo.

53
     Ella, come si stima, e come in vero
è la piú bella donna che mai fosse,
cosí vorria trovare un cavalliero
che sopra ogn’altro avesse ardire e posse:
perché fondato e fisso è il suo pensiero,
da non cader per centomila scosse,
che sol chi terrá in arme il primo onore,
abbia d’esser suo amante e suo signore.

54
     Spera ch’in Francia, alla famosa corte
di Carlo Magno, il cavallier si trove,
che d’esser piú d’ogn’altro ardito e forte
abbia fatto veder con mille prove.
I tre che son con lei come sue scorte,
re sono tutti, e dirovvi anco dove:
uno in Svezia, uno in Gozia, in Norveggia uno,
che pochi pari in arme hanno o nessuno.

55
     Questi tre, la cui terra non vicina,
ma men lontana è all’Isola Perduta
(detta cosí, perché quella marina
da pochi naviganti è conosciuta),
erano amanti, e son, de la regina,
e a gara per moglier l’hanno voluta;
e per aggradir lei, cose fatt’hanno,
che, fin che giri il ciel, dette saranno.