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     perché gli disse, e lo fe’ chiaro e certo,
che qual trovolla, tal gli la rendea;
e ben che degno era d’ogni onta in merto
de la discortesia ch’usata avea,
pur contentar d’averlo allo scoperto
fatto star tutta notte si volea:
né l’escusa accettò, che fosse Amore
stato cagion di cosí grave errore;

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     ch’Amor die’ far gentile un cor villano,
e non far d’un gentil contrario effetto.
Partito che si fu di qui Tristano,
Clodïon non ste’ molto a mutar tetto;
ma prima consegnò la ròcca in mano
a un cavallier, che molto gli era accetto,
con patto ch’egli e chi da lui venisse,
quest’uso in albergar sempre seguisse:

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     che ’l cavallier ch’abbia maggior possanza,
e la donna beltá, sempre ci alloggi;
e chi vinto riman, vòti la stanza,
dorma sul prato, o altrove scenda e poggi.
E finalmente ci fe’ por l’usanza
che vedete durar fin al dí d’oggi. —
Or, mentre il cavallier questo dicea,
lo scalco por la mensa fatto avea.

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     Fatto l’avea ne la gran sala porre,
di che non era al mondo la piú bella;
indi con torchi accesi venne a tôrre
le belle donne, e le condusse in quella.
Bradamante, all’entrar, con gli occhi scorre,
e similmente fa l’altra donzella;
e tutte piene le superbe mura
veggon di nobilissima pittura.