Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/481

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trentesimosecondo 475


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     Come si vede in un momento oscura
nube salir d’umida valle al cielo,
che la faccia che prima era sí pura
cuopre del sol con tenebroso velo;
cosí la donna alla sentenzia dura
che fuor la caccia ove è la pioggia e ’l gielo,
cangiar si vide, e non parer piú quella
che fu pur dianzi sí gioconda e bella.

101
     S’impallidisce e tutta cangia in viso,
che tal sentenza udir poco le aggrada.
Ma Bradamante con un saggio aviso,
che per pietá non vuol che se ne vada,
rispose: — A me non par che ben deciso,
né che ben giusto alcun giudicio cada,
ove prima non s’oda quanto nieghi
la parte o affermi, e sue ragioni alleghi.

102
     Io ch’a difender questa causa toglio,
dico, o piú bella o men ch’io sia di lei,
non venni come donna qui, né voglio
che sian di donna ora i progressi miei.
Ma chi dirá, se tutta non mi spoglio,
s’io sono o s’io non son quel ch’è costei?
E quel che non si sa non si de’ dire,
e tanto men, quando altri n’ha a patire.

103
     Ben son degli altri ancor, c’hanno le chiome
lunghe, com’io, né donne son per questo.
Se come cavallier la stanza, o come
donna acquistata m’abbia, è manifesto:
perché dunque volete darmi nome
di donna, se di maschio è ogni mio gesto?
La legge vostra vuol che ne sian spinte
donne da donne, e non da guerrier vinte.