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Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/238

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232 canto


32
     e tanto piú, ch’allor Rinaldo avrebbe
tratto fuor Malagigi di prigione.
Fare or spontaneamente lo vorrebbe,
che nulla giova, e n’ha minor cagione.
Poi priega lui che ricordar si debbe
pur quanto ha offeso in questo oltr’a ragione;
che per negargli giá, vi mancò poco
di non farlo morire in scuro loco.

33
     Ma quanto a Malagigi le domande
di Rinaldo importune piú pareano,
tanto, che l’amor suo fosse piú grande,
indizio manifesto gli faceano.
I prieghi che con lui vani non spande,
fan che subito immerge ne l’oceano
ogni memoria de la ingiuria vecchia,
e che a dargli soccorso s’apparecchia.

34
     Termine tolse alla risposta, e spene
gli diè, che favorevol gli saria,
e che gli saprá dir la via che tiene
Angelica, o sia in Francia o dove sia.
E quindi Malagigi al luogo viene
ove i demoni scongiurar solia,
ch’era fra monti inaccessibil grotta:
apre il libro, e li spirti chiama in frotta.

35
     Poi ne sceglie un che de’ casi d’amore
avea notizia, e da lui saper volle,
come sia che Rinaldo ch’avea il core
dianzi sí duro, or l’abbia tanto molle:
e di quelle due fonti ode il tenore,
di che l’una dá il fuoco, e l’altra il tolle;
e al mal che l’una fa, nulla soccorre,
se non l’altra acqua che contraria corre.