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Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/250

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244 canto


80
     Ne la man destra il corno d’Amaltea
sculto avea lor l’ingenïoso mastro,
onde con grato murmure cadea
l’acqua di fuore in vaso d’alabastro;
et a sembianza di gran donna avea
ridutto con grande arte ogni pilastro.
Son d’abito e di faccia differente,
ma grazia hanno e beltá tutte ugualmente.

81
     Fermava il piè ciascun di questi segni
sopra due belle imagini piú basse,
che con la bocca aperta facean segni
che ’l canto e l’armonia lor dilettasse;
e quell’atto in che son, par che disegni
che l’opra e studio lor tutto lodasse
le belle donne che sugli omeri hanno,
se fosser quei di cu’ in sembianza stanno.

82
     I simulacri inferïori in mano
avean lunghe et amplissime scritture,
ove facean con molta laude piano
i nomi de le piú degne figure;
e mostravano ancor poco lontano
i propri loro in note non oscure.
Mirò Rinaldo a lume di doppieri
le donne ad una ad una e i cavallieri.

83
     La prima inscrizïon ch’agli occhi occorre,
con lungo onor Lucrezia Borgia noma,
la cui bellezza et onestá preporre
debbe all’antiqua la sua patria Roma.
I duo che voluto han sopra sé tôrre
tanto eccellente et onorata soma,
noma lo scritto, Antonio Tebaldeo,
Ercole Strozza: un Lino et uno Orfeo.