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342 canto


56
     L’eloquenzia del Greco assai potea;
ma piú de l’eloquenzia potea molto
l’obligo grande che Ruggier gli avea,
da mai non ne dovere essere isciolto:
sí che quantunque duro gli parea,
e non possibil quasi; pur con volto,
piú che con cor giocondo, gli rispose
ch’era per far per lui tutte le cose.

57
     Ben che da fier dolor, tosto che questa
parola ha detta, il cor ferir si senta,
che giorno e notte e sempre lo molesta,
sempre l’affligge e sempre lo tormenta,
e vegga la sua morte manifesta;
pur non è mai per dir che se ne penta;
che prima ch’a Leon non ubbidire,
mille volte, non ch’una, è per morire.

58
     Ben certo è di morir; perché, se lascia
la donna, ha da lasciar la vita ancora:
o che l’accorerá il duolo e l’ambascia;
o se ’l duolo e l’ambascia non l’accora,
con le man proprie squarcierá la fascia
che cinge l’alma, e ne la trarrá fuora;
ch’ogni altra cosa piú facil gli fia,
che poter lei veder, che sua non sia.

59
     Gli è di morir disposto; ma che sorte
di morte voglia far, non sa dir anco.
Pensa talor di fingersi men forte,
e porger nudo alla donzella il fianco;
che non fu mai la piú beata morte,
che se per man di lei venisse manco.
Poi vede, se per lui resta che moglie
sia di Leon, che l’obligo non scioglie: