Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/132

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Quel popul Tempre ſtato era nimico
Del Re di Friſa, e d’ogni ſuo ſeguace:
Perch morto gli hauea il Signore ático:
Ma piú pch’era ingiuſto empio e rapace,
Orlando s’ interpoſe come amico
D’ ambe le parti e fece lor far pace,
Lequali vnite non laſciar Friſone,
Che non moriſſe, o non foſſe prigione.

 [84]
Le porte de le carcere gittate
     A terra ſono, e non ſi cerca chiaue,
     Bireno al conte con parole grate
     Moſtra conoſcer l’obligo che gli haue,
     Indi inſieme e co molte altre brigate,
     Se ne vano oue attéde Olympia in naue,
     (Coſi la donna: a cui di ragion ſpetta,
     Il dominio de l’Iſola era detta.)

 [85]
Quella che qui Orlando hauea gdutto.
     Non con penſier che far doueſſe tanto,
     Che le parea baſtar che poſta in lutto
     Sol lei: lo ſpofo haueſſe a trar di pianto,
     Lei riueriſce e honora il popul tutto,
     Lungo farebbe a ricontarui quanto
     Lei Bireno accarezzi, & ella lui:
     Quai gratie al Conte rendano ambidui,

 [86]
Il popul la Donzella nel paterno
     Seggio rimette: e fedeltá le giura,
     Ella a Bireno a cui con nodo eterno
     La lego Amor d’ una catena dura:
     De lo ſtato e di ſé dona il gouerno:
     Et egli tratto poi da vn’ altra cura
     De le ſortezze e di tutto il domino
     De l’Ifola guardian laſcia il cugino.

 [87]
Che tornare in Selandia hauea diſegno,
     E menar ſeco la fedel conſorte,
     E dicea voler fare indi nel regno
     Di Friſa, eſperientia di ſua ſorte,
     Perche di ciò l’aſſicuraua vn pegno
     Ch’ egli hauea I mano, e lo ſtimaua ſorte
     La ſigliuola del Re, che ſra i captiui
     Che vi fur molti hauea trouata quiui.

 [88]
E dice ch’eglivuol ch’un ſuo germano
     Ch’era minor d’etá, l’habbia per moglie,
     Quindi ſi parte il Senator Romano
     Il di medeſmo che Bireno ſcioglie,
     Non volſe porre ad altra coſa mano
     Fra tante e tante guadagnate ſpoglie,
     Se no a quel tormento e’ habbian detto,
     Ch’ai ſulmine aſſimiglia in ogni effetto.

 [89]
l’intention non giá perche lo tolle
     Fu per voglia d’ uſarlo in ſua difeſa,
     Che ſempre atto ſtimo d’ animo molle
     Gir co vataggío in qual ſi voglia impſa,
     Ma p gittarlo in parte, onde non volle,
     Che mai poteſſe adhuom piú fare oſſeſa
     E la polue, e le palle, e tutto il reſto:
     Seco porto ch’apperteneua a queſto.

 [90]
E coſi poi che ſuor de la Marea
     Nel piú profondo mar ſi vide vſcito,
     Si che ſegno lontan non ſi vedea
     Del deſtro piú ne del finiſtro lito,
     Lo tolſe, e diſſe accio piú non iſtea
     Mai cauallier per te d’ eſſere ardito:
     Ne quato il buono vai mai piú ſi vanti
     Il rio per te valer: qui giú rimanti.