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[91]
O maladetto o abominoſo ordigno
Che fabricato nel Tartareo fondo
Foſti per man di Belzebū maligno,
Che ruinar per te diſegno il mondo,
AH’inſerno onde vſciſti ti raſigno,
Coſi dicendo lo gitto in profondo,
Il vento in tanto le gonſiate vele
Spinge alla via de 1* Iſola crudele.
[92]
Tanto delire il paladino preme
Di ſaper ſé la donna iui ſi truoua,
Ch’ama assai piū ch tutto il mòdo ilieme
Ne vn’hora ſenza lei viuer gli gioua,
Che s’in Hibernia mette il piede, teme
Di no dar tempo a qualche coſa nuoua,
Si ch’abbia poi da dir in vano, ahi laſſo:
Ch’ai venir mio no affrettai piū il paſſo.
[93]
Ne ſcala in Inghelterra ne in Irlanda
Mai laſcio far: ne ſui contrario lito,
Ma laſciamolo andar doue lo manda
Il nudo arcier che l’ha nel cor ferito,
Prima ch piū io ne parli, io vo in Olada
Tornare e voi meco a tornami inuito,
Che come a me: ſo ſpiacerebbe a voi:
Che quelle nozze ſoſſon ſenza noi.
[94]
Le nozze belle e ſontuoſe fanno:
Ma non ſi ſontuoſe ne ſi belle,
Come in Selandia dicon che faranno,
Pur non diſegno che vegnate a quelle,
Perche nuoui accidenti a naſcere hano
Per diſturbarle: de quai le nouelle
All’altro canto vi faro ſentire
S’ali’ altro canto mi verrette a vdire.
CANTO DECIMO
[1]
Mai ſi trouar: ſra quanti cor conſtanti:
Fra quate o per dolente o per iocondo
Stato, ſer proue mai famoſi amanti:
l’in toſto il primo loco ch’il fecondo
Darò ad Olympia: e ſé pur non va inaliti
Ben voglio dir che ſra gli antiq e nuoui
Maggior del amor ſuo non ſi ritmoui.
[2]
E che con tante e con ſi chiare note:
Di qſto ha fatto il ſuo Bireno certo,
Che dona piū far certo huomo nò puote
Qn ancho il petto e ’l cor moſtraffe apto
E s’anime ſi ſide e ſi deuote
D’ū reciproco Amor dèno hauer merto
Dico ch’Olympia e degna che nò meno
Anzi piū che ſé anchor, l’ami Bireno.
[3]
E che non pur non l’abandoni mai
Per altra donna, ſé ben foſſe quella
Ch’Europa & Aſia meſſe in tanti guai:
s’altra ha maggior titolo di bella:
Ma piū toſto che lei laſci co i rai
Del Sol, P udita, e il guſto, e la fauella:
E la vita, e la fama, e f altra coſa
Dire o penſar ſi può piū preciofa.