Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/134

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 [4]
Se Bireno amo lei: come ella amato
     Bireno hauea: ſé ſu ſi a lei fedele
     Come ella a lui: ſé mai non ha voltato
     Ad altra via che a ſeguir lei le vele:
     O pur s’ a tanta ſeruitu ſu ingrato:
     A tanta fede, e a tanto amor crudele,
     Io vi uo dire e far di marauiglia
     Stringer le labra & inarcar le ciglia,

 [5]
E poi che nota l’impieta vi ſia
     Che di tanta bontá ſu a lei mercede,
     Donna alcuna di voi mai piú non ſia
     Ch’a parole d’Amate habbia a dar fede
     l’Amante per hauer quel che deſia,
     Seza guardar che Dio tutto ode e vede:
     Auiluppa promeſſe e giuramenti
     Che tutti ſpargon poi per l’aria iuenti.

 [6]
I giuramenti e le promeſſe vanno
     Da i venti in aria diſipate e ſparfe:
     Toſto che tratta queſti amanti s’ hanno
     l’auida ſete che gli acceſe & arſe:
     Siate a prieghi & a pianti che vi fanno
     Per qſto eſempio a credere piú ſcarfe,
     Bene e felice quel Donne mie care
     Ch’effere accorto all’altrui ſpeſe ipare.

 [7]
Guardateui da queſti che ſui fiore
     De lor beglianni il viſo han ſi polito:
     Che preſto naſce in loro e preſto muore
     Quaſi vn ſoco di paglia ogni appetito,
     Come ſegue la lepre il cacciatore
     Al ſreddo, al caldo, alla mòtagna, al lito
     Ne piú l’eſtima poi che preſa vede
     E ſol dietro a chi ſugge affretta il piede.

 [8]
Coſi fan queſti gioueni: che tanto
     Che vi moſtrate lor dure e proterue:
     ;' amano, e riueriſcono con quanto
     Studio de far chi fedelmente ſerue,
     Ma non ſi toſto ſi potran dar vanto
     De la vittoria: che di donne ſerue
     Vi dorrete eſſer fatte, e da voi tolto
     Vedrete il falſo amore e altroue volto.

 [9]
No vi vieto per queſto (e’ haurei torto)
     Che vi laſciate amar: che ſenza amante
     Sareſte come inculta vite in horto
     Che non ha palo oue s’ appogi o piante,
     Sol la prima lanugine vi eſhorto
     Tutta a ſuggir: volubile e inconſtante:
     E corre i ſrutti non acerbi e duri,
     Ma che no ſien perho troppo maturi.

 [10]
Di fopra io vi dicea ch’una ſigliuola
     Del Re di Friſa quiui hanno trouata,
     Che ſia per quanto n’han moſſo parola
     Da Bireno al ſratel per moglie data,
     Ma a dire il vero eſſo v’ hauea la gola
     Che viuanda era troppo delicata,
     E riputato hauria corteſia ſciocca
     Per darla altrui leuarſela di bocca.

 [11]
La damigella non paſſaua anchora
     Quattordici anni: & era bella e ſreſca,
     Come roſa che ſpunti alhora alhora
     Fuor d la buccia, e col ſol nuouo creſea
     Non pur di lei Bireno s’ inamora
     Ma fuoco mai coſi non acceſe eſca.
     Ne ſé lo pongan l’inuide e nimiche
     Mani talhor, ne le mature ſpiche.