Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/142

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 [68]
Poi che Ruggier ſu d’ogni coſa in puto
     Da la Fata gentil comiato preſe,
     Alla qual reſto poi Tempre congiunto
     Di grande amore, e vſci di quel paeſe,
     Prima di lui che ſé n’ andò i buon puto:
     E poi diro come il guerriero Ingleſe
     Tornaffe con piú tempo e piú fatica,
     Al magno Carlo, & alla corte amica.

 [69]
Quindi parti Ruggier, ma non riuenne
     Per quella via ch ſé giá ſuo mal grado:
     Allhor che ſemp l’Hippogripho il tene
     Sopra il mare: e terre vide di rado
     Ma potendogli hor far batter le penne
     Di qua di la doue piú gliera agrado
     Volſe al ritorno far nuouo ſentiero
     Come ſchiuando Herode i Magi fero.

 [70]
Al venir quiui, era laſciando Spagna
     Venuto India a trouar per dritta riga,
     La doue il mare Orientai la bagna,
     Doue vna fata hauea con l’altra briga,
     Hor veder ſi diſpoſe altra campagna
     Che quella doue i venti Eolo inſtiga:
     E ſinir tutto il cominciato tondo,
     Per hauer (come il Sol) girato il modo.

 [71]
Quinci il Chataio, e quindi Mangiana
     Sopra il gran Quinſai, vide paſſando:
     Volo fopra l’Imauo, e Sericana
     Laſcio a man deſtra, e ſempre declinado
     Da l’Hiperborei Scyti a l’onda Hircana
     Giunſe alle parti di Sarmatia, e quando
     Fu doue Aſia da Europa ſi diuide:
     Ruffi e Pruteni e la Pomeria vide.

 [72]
Bè che di Ruggier foſſe ogni delire
     Di ritornare a Bradamante: preſto
     Pur guſtato il piacer, e’ hauea di gire
     Cercando il mondo, no reſto per queſto
     Ch’alli Pollacchi, a gli Hungari venire
     No voleſſe ácho, alli Germani, e al reſto
     Di quella Boreale horrida terra
     E venne al ſin ne l’ultima Inghilterra.

 [73]
Non crediate Signor che perho ſtia
     Per ſi lungo camin ſempre ſu l’ale,
     Ogni ſera all’albergo ſé ne giá
     Schiuádo a ſuo poter d’ alloggiar male,
     E ſpeſe giorni e meſi in queſta via
     Si di veder la terra, e il mar gli cale,
     Hor preſſo a Londra giunto vna matina,
     Sopra Tamigi il volator declina.

 [74]
Doue ne prati alla citta vicini
     Vide adunati huomini d’ arme, e fanti
     Ch’ a ſuondi trombe, e a ſuon di taburini
     Venian partiti a belle ſchiere auanti
     II buon Rinaldo honor de Paladini
     Del qual ſé vi ricorda, io diſſi inaliti
     Che mandato da Carlo era venuto
     In queſte parti, a ricercare aiuto.

 [75]
Giunſe apunto Ruggier, che ſi facea
     La bella moſtra ſuor di quella terra:
     E per ſapere il tutto, ne chiedea
     Vn cauallier, ma ſcefe prima in terra,
     E quel ch’affabil’era gli dicea,
     Ch di Scotia, e d’ Irlada, e d’ Inghilterra,
     E de l’Iſole intorno eran le ſchiere
     Che quiui alzate hauean tate bandiere.