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Vano affrettando i paſſi quanto ponno
Sotto l’amata ſoma che gl’ingombra,
E giā venia chi de la luce e donno
Le ſtelle a tor del ciel di terra l’ombra.
Quādo Zerbino, a cui del petto il Conno
L’alta virtude oue e biſogno ſgombra,
Cacciato hauendo tutta notte i Mori
Al campo ſi trahea ne i primi albori.
[189]
E Teco alquanti cauallieri hauea
Che videro da lunge i dui compagni.
Ciaſcuno a quella parte ſi trahea
Sperandoui trouar prede e guadagni.
Frate biſogna (Cloridan dicea)
Gittar la ſoma: e dare opra a i calcagni:
Che farebbe penſier non troppo accorto
Perder duo viui per ſaluar vn morto.
[190]
E gitto il carco perche ſi penſaua
Che’l ſuo Medoro il ſimil far doueſſe,
Ma ql meſchin che’l ſuo Signor piū amaua
Sopra le ſpalle ſue tutto lo reſſe,
L’altro con molta fretta ſé n’andaua
Come l’amico aparo o dietro haueffe,
Se ſapea di laſciarlo a quella ſorte
Mille aſpettate hauria nò ch’una morte.
[191]
Quei cauallier con animo diſpoſto
Che queſti a réder s’habbino o a morire
Chi qua chi la ſi ſpargono: & han toſto
Preſo ogni paſſo onde ſi poſſa vſcire,
Da loro il capitan poco difeoſto
Piū de glialtri e ſollicito a ſeguire,
Ch’in tal guiſa vedendoli temere
Certo e che ſian de le nimiche ſchiere
[192]
Era a quel tempo iui vna ſelua antica
D’ombroſe piante ſpeffa, e di virgulti:
Che come labyrintho entro s’intrica
Di ſtretti calli, e ſol da beſtie culti,
Sperali d’hauerla i duo Pagan ſi amica
C’habbi’a tenerli étro a ſuoi rami occulti
Ma chi del canto mio piglia diletto
Vn’altra volta ad aſcoltarlo aſpetto.
CANTO DECIMONONO
[1]
Quando felice in ſu la ruota ſiede,
Perho e’ ha i veri e i ſinti amici a lato
Che nioſtrA tutti vna medeſma fede,
Se poi ſi cangia in triſto il lieto ſtato
Volta la turba adulatrice il piede,
E quel che di cor ama riman ſorte
Et ama il ſuo Signor dopo la morte.
[2]
Se come il viſo ſi moſtraffe il core
Tal ne la corte e grade e glialtri preme
E tal’e in poca gratia al ſuo Signore
Che la lor ſorte muteriano inſieme,
«Jueſto humil diuerria toſto il maggior
Stana quel grade inſra le turbe eſtreme,
Ma torniamo a Medor fedele e grato
Ch’n vita e 1 morte ha il ſuo Signor amato.