Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/418

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 [72]
Di trarla, ancho che morta, non rimaſe
     Continoando il corſo ad occidente:
     E tutta via ſaccheggia ville e caſe
     Se biſogno di cibo hauer ſi ſente,
     E ſrutte e carne e pa pur ch’egli in vaſe
     Rapiſce & vſa ſorza ad ogni gente:
     Qual laſcia morto, e qual ſtorpiato laſſa
     Poco ſi ferma e ſempre inanzi paſſa.

 [73]
Haurebbe coſi fatto o poco manco
     Alla ſua donna: ſé non s’aſcondea
     Perche non diſcernea il nero dal bianco
     E di giouar nocendo ſi credea:
     Deh maledetto ſia l’annello, & ancho
     Il cauallier che dato le l’hauea
     Che ſé non era, haurebbe Orlando fatto
     Di ſé vendetta, e di mill’altri, a vn tratto.

 [74]
Ne queſta ſola, ma foſſer pur ſtate
     In man d’Orlando quate hoggi ne ſono:
     Ch’ad ogni modo tutte ſono ingrate
     Ne ſi troua tra loro oncia di buono:
     Ma prima che le chorde rallentate
     Al canto diſugual rendano il ſuono,
     Fia meglio differirlo a vn’altra volta:
     Accio raen ſia noioſo a chi l’aſcolta.


CANTO XXX



 [1]

Q
Vado vincer da l’impeto e da l’ira

     V/ Si laſcia la ragion, ne ſi difende:
     E che’l cieco furor ſi inanzi tira
     O mano, o lingua che gliamici oſſende:
     Se ben dipoi ſi piange e ſi ſoſpira
     Non e per queſto che l’error s’emende:
     Laſſo io mi doglio e affligo I van, di qjto
     Diſſi per ira al ſin de l’altro canto.

 [2]
Ma ſimile ſon fatto ad vno inſermo
     Che dopo molta patientia e molta
     Quado 9tra il dolor nò ha piū ſchermo
     Cede alla rabbia, e a beſtemmiar ſivolta,
     Manca il dolor, ne l’impeto ſta fermo
     Che la lingua al dir mal facea ſi ſciolta,
     E ſi rauuede e pente, e n’ha diſpetto
     Ma ql e’ ha detto non può far non detto.

 [3]
Ben ſpero donne in voſtra corteſia
     Hauer davoi pdo poi ch’iovel chieggio
     Voi ſcuſarete che per ſreneſia
     Vinto da l’aſpra paſſion, vaneggio,
     Date la colpa alla nimica mia
     Ch mi fa ſtar ch’io no potrei ſtar peggio,
     E mi fa dir quel, di ch’io ſon poi gramo
     Sallo Idio s’ella ha il torto, eſſa s’io l’amo