Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/419

Da Wikisource.


 [4]
Nò men ſon ſuor di me che foſſe OrlSdo
     E no ſon men di lui di ſcufa degno,
     C hor p li monti, hor p le piagge errado
     Scorſe in gran parte di Marſilio il regno:
     Molti di la caualla ſtraſcinando
     Morta come era: ſenza alcun ritegno:
     Ma giuto ouevn gra fiume entra nel mare
     Gli ſu ſorza il cadauero laſciare.

 [5]
E perche fa nuotar come vna lontra
     Entra nel fiume, e ſurge all’altra riua:
     Ecco vn paſtor fopra vn cauallo incótra
     Che per abeuerarlo al fiume arriua,
     Colui ben che gli vada Orlado incontra
     Perche egli e ſolo e nudo: non lo ſchiua
     Vorrei del tuo ronzin (gli diſſe il matto)
     Con la giumenta mia far vn baratto.

 [6]
Io te la moſtrero di qui ſé vuoi
     Che morta la ſu l’altra ripa giace:
     La potrai far tu medicar dipoi,
     Altro diffetto in lei non mi diſpiace,
     Co qualche aggiuta il rózin dar mi puoi
     Smontane in corteſia perche mi piace,
     11 paſtor ride, e fenz’ altra riſpoſta
     Va verſo il guado, e dal pazzo ſi ſcoſta.

 [7]
Io voglio il tuo cauallo, oh la non odi,
     Suggiunſe Orlando, e con furor ſi moſſe:
     Hauea vn baſton con nodi ſpeſſi e ſodi
     Quel paſtor ſeco, e il Paladin percoſſe,
     La rabbia e l’ira, paſſo tutti i modi
     Del Còte, e panie rier piú che mai fofſc:
     Su’l capo del paſtore vn pugno ferra
     Ch ſpezza l’offo, e morto il caccia í terra

 [8]
Salta a cauallo, e per diuerſa ſtrada
     Va diſcorrendo, e molti pone a ſacco,
     Nò guſta il ronzin mai ſieno ne biada
     Tanto ch’in pochi di ne riman ſiacco,
     M.i no perho ch’Orlando a piedi vada
     Che di vetture vuol viuere a macco,
     E quante ne trouo tante ne miſe
     In vſo, poi che i lor patroni vcciſe,

 [9]
Capito al ſin a Malega, e piú danno
     Vi fece, ch’egli haueſſe altroue fatto,
     Che oltre che poneſſe a ſaccomano
     Il popul ſi, che ne reſto diffatto,
     Ne ſi potè rifar quel ne l’altr’anno,
     Tanti n’uocife il periglioſo matto:
     Vi ſpiano tante caſe, e tante acceſe,
     Che disfe piú che’l terzo del paeſe,

 [10]
Quindi partito venne ad vna terra
     Zizera detta, che ſiede allo ſtretto
     Di Zibeltarro, o vuoi di Zibelterra
     Che l’uno e l’altro nome le vien detto:
     Ouevn a barca che ſciogliea da terra
     Vide piena di gente da diletto,
     Che folazzando all’aura matutina
     Giá per la tranquiliffima marina,

 [11]
Comincio il pazzo a gridar ſorte, aſpetta
     Che gli venne diſio d’andare in barca,
     Ma bene i vano e i gridi e gliurli getta
     Che volentier tal merce non ſi carca,
     Per P acqua il legno va con quella fretta
     Che va per Paria hirondine che varca:
     Orlando vrta il cauallo e batte e ſtringc
     1. (ò vn mazzafruſto all’acqua ſpinge.