Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/458

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 [108]
Qual ſotto il piū cocente ardore eſtiuo
     Quando di ber piū deſioſa e l’herba
     Il fior ch’era vicino a reſtar priuo
     Di tutto qll’humor ch’in vita il ſerba,
     Sente l’amata pioggia e ſi fa viuo,
     Coſi poi che difeſa ſi ſuperba
     Si vide apparecchiar la meſſaggiera,
     Lieta e bella torno come prim’era.

 [109]
La cena ſtata lor buon pezzo auante
     Ne anchor pur tocca al ſin goderſi i feſta.
     Senza che piū di caualliero errante
     Nuoua venuta ſotte lor moleſta,
     La goder glialtri, ma non Bradamante
     Pure all’ufanza addolorata e metta.
     Che quel timor che ql ſoſpetto ingiuſto
     Ch ſemp hauea nel cor le tollea il guſto.

 [110]
Finita ch’ella ſu: che faria ſorſè
     Stata piū lunga, fe’l deſir non era
     Di cibar gli occhi, Bradamante ſorſè
     E ſorſè appretto a lei la meſſaggiera:
     Accenno quel Signore ad vn che corſe
     E prettamente allumo molta cera,
     Che ſplender ſé la ſala in ogni canto
     Quel che ſegui diro ne l’altro canto.


CANTO XXXIII



 [1]

T
Imagora, Parraſio, Polignoto,

     Protogene, Timante, Apollodoro,
     Apelle piū di tutti queſti noto,
     E Zeuſi, e gli altri ch’a quei tèpi ſoro
     Di quai la fama (mal grado di Cloto
     Che ſpinfe i corpi, e dipoi l’opre loro)
     Sempre ſtara, ſin che ſi legga e ſcriua
     Merce de gli ſcrittori al mondo viua.

 [2]
E quei che ſuro a noſtri di: o ſono hora
     Leonardo, Andrea mategna, Giā belilo,
     Duo Dotti: e ql ch’apar ſculpe e colora
     Michel piū che mortale Angel diuino,
     Baſtiano: Raphael: Titian e’ honora
     No men Cador che qi Venetia e Vrbino:
     E gli altri di cui tal l’opra ſi vede
     Qual de la priſca etā ſi legge e crede.

 [3]
Queſti che noi veggian pittori, e qlli
     Che giā mille e mill’anni in pregio ſuro:
     Le coſe che ſon ſtate co i pennelli
     Fatt’hanno, altri ſu l’affé altri fu’l muro,
     Non perho vdiſte antiqui, ne nouelli
     Vedette mai, dipingere il ſuturo
     E pur ſi ſono hiſtorie ancho trouate
     Che ſon dipinte inanzi che ſian ſtate.