Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/459

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 [4]
Ma di ſaperlo far non ſi dia vanto
     Pittore antico, ne pittor moderno:
     E ceda pur queſt’ arte al ſolo incanto
     Delqual trieman gli ſpirti de lo’nferno
     La ſala ch’io dicea ne l’altro canto
     Merlin col libro, o foſſe al lago Auerno
     O foſſe ſacro alle Nurfine grotte,
     Fece far da i Demonii in vna notte.

 [5]
Queſt’ arte con che i noſtri antiqui ſéno
     Mirade proue, a noſtra etade e eſtinta,
     Ma ritornando oue aſpettar mi denno
     Quei che la ſala hano a veder dipinta,
     Dico ch’a vno feudier ſu fatto cenno
     Ch’accefe i torchi, onde la notte vinta
     Dal gran ſplendor ſi dileguo d’ intorno,
     Ne piú vi ſi vedria ſé foſſe giorno.

 [6]
Quel Signor diſſe lor vo che Tappiate
     Che de le guerre che ſon qui ritratte:
     Fin’ al di d’hoggi poche ne ſon (tate,
     E ſon prima dipinte che ſian fatte,
     Chi l’ha dipinte anchor l’ha indouinate,
     Quando vittoria hauran, quado disfatte
     In Italia faran le genti noſtre,
     Potrete qui veder come ſi moſtre.

 [7]
Le guerre ch’i Franceſchi da far’ hanno
     Di la da l’alpe, o bene o mal ſucceſſe,
     Dal tempo ſuo fin’ al millefim’anno
     Merlin Propheta in queſta ſala meſſe,
     Ilqual mandato ſu dal Re Britanno
     Al ſranco Re ch’a Marcomir ſucceſſe,
     E perche lo mandaffi, e perche fatto
     Da Merlin ſu il lauor, vi diro a vn tratto.

 [8]
Re Fieramonte che paſſo primiero
     Con l’eſercito Franco in Gallia il Rheno
     Poi che quella occupo, facea penderò
     Di porre alla ſuperba Italia il ſreno,
     Faceal perciò che piu’l Romao impero
     Vedea di giorno in giorno venir meno,
     E per tal cauſa col Britanno Arturo
     Volſe far lega, ch’ambi a vn tèpo ſuro.

 [9]
Artur ch’imprefa anchor ſenza coſiglio
     Del propheta Merlin non fece mai,
     Di Merlin dico del Demonio figlio
     Che del ſuturo antiuedeua assai,
     Per lui ſeppe, e ſaper fece il periglio
     A Fieramonte, a che di molti guai
     Porrá ſua gente, s’entra ne la terra
     Ch’Apenin parte e il mare e l’alpe ferra.

 [10]
Merlin gli ſé veder che quaſi tutti
     Glialtri ch poi di Fracia ſcettro haurano
     O di ferro gli eſerciti diſtrutti
     O di fame, o di peſte ſi vedranno,
     E che breui allegrezze, e lunghi lutti:
     Poco guadagno, & inſinito danno
     Riporteran d’ Italia, che non lice
     Che’l giglio in ql terreo habbia radice.

 [11]
Re Fieramonte gli preſto tal fede
     Ch’altroue diſegno volger l’armata,
     E Merlin che coſi la coſa vede
     C habbia a venir, come ſé giá ſia (tata,
     Hauere a prieghi di quel Re ſi crede
     La ſala per incanto hiſtoriata,
     Oue de i Frachi ogni ſuturo geſto,
     Come giá ſtato ſia fa manifeſto.