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Da la rabbia del vento che ſi fende
Ne le ritorte, eſcono horribil ſuoni,
Di ſpeſſi lampi 1' aria ſi raccende
Rifuona’l ciel di ſpauentofi tuoni,
Ve chi corre al timon, chi i remi prende
Van per vſo a gliuffici a che ſon buoni
Chi s’affatica a ſciorre, e chi a legare
Vota altri l’acqua e torna il mar nel mare
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Ecco ſtridendo l’horribil procella
Che’l repentin furor di Borea ſpinge,
La vela contra l’arbore ſlagella:
Il mar ſi leua e quaſi il cielo attinge:
Frangonſi i remi, e di fortuna fella
Tanto la rabbia impetuoſa ſtringe,
Che la prora ſi volta: e verſo l’onda
Fa rimaner la diſarmata ſponda.
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Tutta ſotto acqua va la deſtra banda
E ſta per riuerſar difopra il fondo,
Ognun gridando a Dio ſi raccomanda
Che piú che certi ſon gire al profondo,
D’ uno in vn’ altro mal Fortuna mada
Il primo ſcorre: e vien dietro il fecondo
Il legno vinto in piú parti ſi laſſa
E dentro l’inimica onda vi paſſa,
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Muoue crudele e ſpauentofo .ili alto
Da tutti i lati il tempeſtofo verno,
Veggon tal volta il mar venir tant’ alto
Che par ch’arriui infin’ al ciel ſuperno,
Talhor fan fopra l’onde in ſu tal ſalto
Ch’ a mirar giú par lor veder lo’nferno,
O nulla o poca ſpeme e che conſorte
E ſta preſente ineuitabil morte.
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Tutta la notte per diuerſo mare
Scorſero errando oue cacciolli il vento,
Il fiero vento che douea ceſſare
Naſcèdo il giorno, e ripiglio auguméto,
Ecco dinanzi vn nudo ſcoglio appare
Voglio ſchiuarlo e no v’hano argumèto
Li porta lor malgrado a qlla via
Il crudo vento e la tempeſta ria.
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Tre volte e quattro il pallido nocchiero
Mette vigor perche’l timon ſia volto,
E troui piú ſicuro altro ſentiero:
Ma ql ſi rompe: e poi dal mar glie tolto:
Ha ſi la vela piena il vento fiero
Che non ſi può calar poco ne molto,
Ne tempo han di riparo o di conſiglio
Che troppo appſſo e ql mortai periglio.
[18]
Poi che ſenza rimedio ſi comprende
La irreparabil rotta de la naue,
Ciaſcuno al ſuo priuato vtile attende
Ciaſcun ſaluar la vita ſua cura haue,
Chi può piú preſto al palischermo ſcede
Ma quello e fatto ſubito ſi graue
Per tanta gente che fopra v’ abbonda
Che poco auanza a gir ſotto la ſponda.
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Ruggier ch vide il Comite e’l Padrone
E glialtri abbandonar con fretta il legno
Come fenz’ arme ſi trouo in giubbone
Campar ſu quel battei fece diſegno,
Ma lo trouo ſi carco di perſone
E tante vener poi: che l’acque il ſegno
Paffaro in guiſa, che per troppo pondo
Co tutto il carco adoil legnetto al fondo