Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/558

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 [20]
Del mare al fondo, e ſeco traſſe quanti
     Laſciaro a ſua ſperaza il maggior legno,
     Allhor s’ udi con doloroſi pianti
     Chiamar ſoccorſo dal celeſte regno,
     Ma qlle voci andaro poco inanti
     Che vene il mar pien d’ ira e di diſdegno
     E ſubito occupo tutta la via
     Onde il lamento e il flebil grido vſcia.

 [21]
Altri la giú ſenza apparir piú reſta,
     Altri riſorge e fopra l’onde f balza,
     Chi vien nuotado e moſtra ſuor la teſta,
     Chi moſtrau braccio, e chivna gaba ſcalza
     Ruggier ch’I minacciar de la tépeſta
     Temer nò vuol, dal fondo al ſórno s’ alza
     E vede il nudo ſcoglio non lontano
     Ch’ egli e i 9pagni hauean fuggito í vao.

 [22]
Spera per ſorza di piedi e di braccia
     Nuotando di ſalir fu’l lito aſciutto:
     Soffiando viene, e lungi da la faccia
     l’onda reſpinge e V importuno flutto,
     Il vento in tanto e la tempeſta caccia
     Il legno voto e abbandonato in tutto
     Da quelli che per lor peffima ſorte
     11 diſio di campar traſſe alla morte.

 [23]
O fallace de glihuomini credenza
     Campo la naue che douea perire:
     Quando il padrone e i galleotti, ſenza
     Gouerno alcun l’hauean laſciata gire,
     Panie che ſi mutaſſe di ſentenza
     Il vèto: poi che ognihuom vide ſuggire,
     Fece che’l legno a miglior via ſi torſe
     Ne tocco terra: e in ſicura onda corſe.

 [24]
E doue col Nocchier tenne via incerta
     Poi ch nò l’hebbe ado I Africa al dritto:
     E venne a capitar preſſo a Biſerta
     Tre miglia o due: dal lato verſo Egytto,
     E ne l’arena Iterile e deſerta
     Reſto, mancado il vento e l’acqua: ſitto:
     Hor quiui foprauenne a ſpaffo andando
     Come di fopra io vi narraua, Orlando.

 [25]
E diſioſo di ſaper ſé ſuſſe
     La naue ſola, e ſuſſe o vota o carca,
     Con Brandimarte a quella ſi conduſſe
     E col Cognato in ſu vna lieue barca:
     Poi che ſotto couerta s’ introduſſe
     Tutta la ritrouo d’ huomini ſcarca:
     Vi trouo ſol Frontino il buon deſtriero
     l’armatura e la ſpada di Ruggiero.

 [26]
Di cui ſu per campar tanto la fretta
     Ch’a tor la ſpada non hebbe pur tempo,
     Conobbe quella il Paladin, che detta
     Fu Baliſarda, e che giá ſua ſu vn tempo,
     So che tutta l’hiſtoria hauete letta
     Come la tolſe a Falerina, al tempo
     Che le diſtruffe ancho il giardin ſi bello
     E come a lui poi la rubo Brunello.

 [27]
E come ſotto il monte di Carena
     Brunel ne ſé a Ruggier libero dono,
     Di che taglio ella foſſe, e di che ſchena
     N’hauea giá fatto eſperimento buono,
     Io dico Orlando, e perho n’ hebbe piena
     Letitia, e ringratione il ſommo Throno:
     E ſi credette (e ſpeffo il diſſe dopo)
     Che Dio gliele mandaſſe a ſi grádevopo