Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/56

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22 orlando furioso

poem>  [52] Sin alle ſtelle il volator traſcorſe;

    Indi giroſſi e torno in fretta al baſſo
    E percoſſe Ruggier che non ſ’accorſe
    Ruggier che tutto intento era a Gradaſſo.
    Ruggier del grhaue colpo ſi diſtorſe
    E ’l ſuo deſtrier più rinculo d’un paſſo;
    E quando ſi volto per lui ferire
    Da ſe lontano il vide al ciel ſalire.

 [53] Or ſu Gradaſſo hor ſu Ruggier percote

    Ne la fronte nel petto e ne la ſchiena
    E le botte di quei laſcia ognor vote
    Perche e ſi preſto che ſi vede a pena.
    Girando va con ſpazioſe rote
    E quando all’uno accenna all’altro mena:
    All’uno e all’altro ſi gli occhi abbarbaglia
    Che non ponno veder donde gli aſſaglia.

 [54] Fra duo guerrieri in terra & vno in cielo

    La battaglia duro ſino a quella ora
    Che ſpiegando pel mondo oſcuro velo
    Tutte le belle coſe diſcolora.
    Fu quel ch’io dico e non v’aggiungo vn pelo:
    Io ’l vidi i’ ’l ſo: ne m’aſſicuro ancora
    Di dirlo altrui; che queſta marauiglia
    Al falſo più ch’al ver ſi raſſimiglia.

 [55] D’un bel drappo di ſeta hauea coperto

    Lo ſcudo in braccio il cauallier celeſte.
    Come haueſſe non ſo tanto ſofferto
    Di tenerlo naſcoſto in quella veſte;
    Ch’immantinente che lo moſtra aperto
    Forza e ch’il mira abbarbagliato reſte
    E cada come corpo morto cade
    E venga al negromante in poteſtade.

 [56] Splende lo ſcudo a guiſa di piropo

    E luce altra non e tanto lucente.
    Cadere in terra allo ſplendor fu d’uopo
    Con gli occhi abbacinati e ſenza mente.
    Perdei da lungi anch’io li ſenſi e dopo
    Gran ſpazio mi riebbi finalmente;
    Ne più i guerrier ne più vidi quel nano
    Ma voto il campo e ſcuro il monte e il piano.

 [57] Penſai per queſto che l’incantatore

    Aueſſe amendui colti a vn tratto inſieme
    E tolto per virtu de lo ſplendore
    La libertade a loro e a me la ſpeme.
    Coſi a quel loco che chiudea il mio core
    Diſſi partendo le parole eſtreme.
    Or giudicate ſ’altra pena ria
    Che cauſi Amor puo pareggiar la mia.

 [58] Ritorno il cauallier nel primo duolo

    Fatta che n’ebbe la cagion paleſe.
    Queſto era il conte Pinabel figliuolo
    D’Anſelmo d’Altaripa maganzeſe;
    Che tra ſua gente ſcelerata ſolo
    Leale eſſer non volſe ne corteſe
    ma ne li vizi abominandi e brutti
    Non pur gli altri adeguo ma paſſo tutti.

 [59] La bella donna con diuerſo aſpetto

    Stette aſcoltando il Maganzeſe cheta;
    Che come prima di Ruggier fu detto
    Nel viſo ſi moſtro più che mai lieta:
    Ma quando ſenti poi ch’era in diſtretto
    Turboſſi tutta d’amoroſa pieta;
    Ne per vna o due volte contentoſſe
    Che ritornato a replicar le foſſe.

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