Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/486

Da Wikisource.

D’ARISTOFANE. 243
P.
Che bisogna? i vecchij à l’hora si penseranno tutti esser suoi padri.
B.
Ne strangolaranno bene e utilmente per ordine tutti vecchij per l’ignoranza, che strangolano adesso conoscendoci il proprio padre? che quando non gli conosceranno, à che modo non li incacaranno?
P.
Non li lasciarà fare il soprastante. à quello non sarà cura d’altre cose, il quale gli batterà. e temendo che cosi saranno combatterà con quelli.
B.
Le altre cose dici niente grossamente, ma se venendo l’Epicuro, ò Leucolosa mi chiamerà avolo, questo mi sara grave d’udire.
P.
E cosa molto piu grave per questo rispetto.
B.
Per quale?
P.
Se Aristillo te basciarà, dicendo che sei tu suo padre.
B.
Luchiarò e piagnerò.
P.
Tu senti d’odore di Calamintha, ma questo è nato, nanti che le sentenze siano fatte: onde non è da temere che’l non te basci.
B.
Grave cosa hò patuto, che lavorarà la terra poi?
P.
I servi. e à te sarà cura, quando l’elemento sarà grasso di diece cubiti, andartene à cena.
B.
Circa à la veste che inventione gli sarà? questo è l’interrogare.
P.
Quelle ch’havete, saranno vostre, noi tesseremo poi de le altre.