Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/115

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— Confidenze di che sorta? — chiese Cristina per pigliar tempo.

Ella avea bisogno di studiare un po’ la condotta che le conveniva di tenere. Le poche parole dette dal nonno con una specie di indulgente indifferenza, contenevano in germe il segreto della trama ch’essa volgeva in cuore a danno di Noemi.

— Confidenze di infelicità... confidenze di donne... Via, Cristina, tu mi devi intendere a volo. Qualche cosa di diverso c’è nel cuore di Noemi; nessuno me lo leva dal capo... Ci vedo troppo. Non c’è che Emanuele che non capisce... non io. Del resto Noemi è troppo aperta per nascondere tutti i suoi sentimenti a un uomo che ha vissuto novant’anni come me... m’intendi?

La Firmiani guardò in viso al nonno con indicibile espressione di ingenuità.

Assolutamente quella donna era stata creata da Dio per entusiasmare il pubblico dal palco scenico d’un teatro.

All’udire il nonno parlare di ciò ch’ella avrebbe voluto insinuargli poco prima, e parlarne con tanta tolleranza, capì che bisognava voltar strada e cominciare a farsi un merito a’ suoi occhi col difendere sua cugina e mostrar buon cuore.

— Capisco; — rispose — ma io non credo menomamente che Noemi sia per mancare neppur in pensiero ai doveri che...

— Mancare! — interruppe il nonno parlando sempre sottovoce — Chi parla di mancare ai suoi do-