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netranti in faccia allo sconosciuto — spero che ella non sia venuto a chiedermi una cosa illecita.
Ma l’altro, prima che il professore avesse terminato, senz’ascoltarlo, soggiungeva:
— E sono pronto a qualunque sacrificio pecuniario per ricompensare degnamente l’incomodo che ella dovrà prendersi...
— Le ripeto, signore, che io sono pronto a prestar l’opera mia quand’essa non debba essere contraria alle mie... abitudini...
— L’opera che io son venuto a chiederle è nè più nè meno che quella della sua professione.
— Quand’è così — sclamò il professore rovesciando indietro la le coltri e mettendo le gambe fuori del letto — siamo bell’e intesi.
— Però, l’incomodo ch’ella dovrà prendersi, — replicò il giovane risolutamente — è forse superiore a quello che s’immagina. Prima di tutto debbo dirle che s’andrà fuori di Milano.
— Molto lungi?
— No; il viaggio d’un’ora al più...
— Manco male.
— Poi debbo prevenirla che c’è una condizione a cui sarei desolato s’ella rifiutasse di assoggettarsi.
Il professore che in questo frattempo era andato raccapezzando su pel letto le sue robe, e già stava per infilar le mutande, ristette di nuovo.
— Una condizione? e quale?
— Lei è troppo dell’arte per non sapere che qualche volta una donna può aver dei motivi per non lasciarsi scorgere in viso neppur dal dottore.