Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/285

Da Wikisource.

— Cara, — le disse — tu qui oggi? Io ero ben lungi dall’aspettarti... Ma tu sei troppo imprudente, mia Noemi.

— Che importa? Ormai la prudenza è vana. Chi è quel vecchio di là?

— È il professor Bartelloni, mio tutore:... quello di cui ti parlai appunto ieri... Egli stava ancora parlandomi di te.

— Perchè sei mesto? Che ti diss’egli?

— Vorrebbe a ogni costo ch’io ti lasciassi.

— Il disgraziato! E tu?

— No, io non ti lascerò finchè avrò un fiato di vita... Piuttosto morirei fra gli spasimi... Tu sei certa, Noemi, non è vero, che io non voglio lasciarti?

— Sì; — disse Noemi gettandosi nelle sue braccia — Se non fossi certa, oggi sarebbe, te lo giuro, l’ultimo giorno di mia vita. Ormai io non ho più nessuno al mondo altri che te. Non c’è che la morte che ci possa disgiungere... Emilio, Emilio; — continuò ella prendendogli la destra colla propria agghiacciata — Sai tu perchè sono qui oggi? sai tu perchè sono venuta?

— Perchè? — chiese Emilio sorpreso dell’esaltazione con cui parlava Noemi.

— Mio marito ha scoperto tutto. Mi ha insultata come si insulta la più infame, la più bassa delle donne vendute... Io sono libera.

— Miserabile ribaldo! — sclamò il giovine stringendo i pugni.