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10 ARS ET LABOR

giardino, cristallizzato come per magia — io non saprei davvero.

Una cosa, si, ricordo: una gran coppa di cristallo lievemente ambrato, aperta, spalancata come una immensa campanula rivolta al cielo, poggiante sopra un esile piedistallo. Chi mi guidava disse, mostrandomela: — Un bel soffio...

Ed io rimasi con quel “soffio„ impresso e allora mi distrassi e quasi non guardai altro, tutta preoccupata di quella parola, che dinanzi a me aveva suscitata la visione di un ciclope il quale per la bocca immane svesciasse fuori il vento degli immani polmoni. Un soffio!... Ma un soffio di tramontano doveva essere occorso a gonfiare, a gonfiare, a gonfiare la bolla immensa e pur sottile così che pareva sapone!

Nessuna cosa è infatti curiosa come la fabbricazione di questi “soffii„.

Visitate queste ricchissime sale di esposizione, alle quali italiani e forestieri recano il tributo della loro più o meno artistica, più o meno commerciale ammirazione, bisogna andare a Murano, all'isola produttrice, per vedere come, prodigiosamente,

laboratorio toso-borello. Vetri decorati. da poca cosa, e da quasi rudimentali mezzi, si riesca a creare quelle meraviglie d'aria solidificata.

Un quarto d'ora — neppure — di vaporino e dieci centesimi di moneta, conducono a Murano.

E poichè qui è proprio il caso di parlare dell'imbarazzo della scelta, tante sono le vetrerie che si possono visitare, mi lasciai guidare senza neppur domandare a chi appartenesse quella, nella quale mettevo piede.

I modi di fabbricazione, de, resto, sono identici in tutte. Ed è veramente una sorpresa, per chi crede trovare chi sa quella armamentario complicato, riconoscere l'ambiente più semplice, più patriarcale, più, quasi, preadamitico.

Nel mezzo di uno stanzone fumoso, non precisamente inondato di luce, un gran forno circolare, forato di bocche che sembra debbano vomitar lava. Là dentro, in grandi mastelli di terra refrattaria, sta sciolto il vetro in vari colori. È una pasta vischiosa, incandescente anch'essa... Attorno, in manica di camica, con i volti accesi e sudati, armati tutti di lunghe canne di ferro, stanno gli operai... più in qua, più in là, rozzi scanni di legno a braccioli... Questo è tutto il fabbisogno dei creatori di vetri.

Mi fermo accanto ad un operaio che, in cima alla lunga canna, ha qualcosa di arroncigliato esposto al calore del forno. Non si capisce che cosa sia... stiamo a vedere.

Ecco: il vetraio estrae dalla buca infocata l'oggetto: rapido siede sullo scanno di legno, poggiando a traverso i bracciali la canna. Subito un compagno giunge, la cui canna ha pescato nella mastella e ne ha estratto un bioccolo di vetro liquido. I due non si dicon nulla: né quello seduto esprime un ordine, né quello in piedi formula una interrogazione. nell'officina della compagnia venezia-murano. Con una sollecitudine quasi meccanica l'uomo seduto volge d'ogni lato l'oggetto — che ora si vede essere una specie di corso causato — e l'uomo in piedi appiccica qua e là un po' della sua materia fusa che tra l'altro taglia con un colpo di forbice. Il compito di quegli non va oltre: l'operaio artista è quello seduto: con una semplice pinza di ferro, eccolo stiracchiare la nuova materia appiccicata, con una forbice la dentella, con la pinza daccapo la arriccia, la morsella, la sfrangetta... e così per tutti i pezzetti di vetro fuso, che il compagno ha depositato su quella specie di corno caudato. Là, là e là... in un baleno la metamorfosi è compiuta: ecco un delfino con le fauci spalancate, le pinne distese, la coda ritta, che ricacciato nel forno per l'ultima definitiva saldatura, poi messo a raffreddare lentamente, in una specie di gallerie che sovrasta il forno e se ne dilunga, andrà a finire sulla mensa di qualche elegante dama, perch'ella goda del profumo e della vista dei fiori raccolti nella gola del mostro. lunetta. Mosaico eseguito dalla Compagnia Venezia-Murano. Con la stessa semplicità e rapidità, con la stessa penuria di arnesi, si costruiscono delle vere foreste di cristallo: quelle lumiere grandiose piene di fiori, di foglie, di viticci, di grappoli, di frutti che, dal-