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DRAMMATICA


É il periodo dei sogni, delle grandi visioni artistiche, degli entusiasmi, degli ardimenti.

É il carnevale laborioso, per gli artisti drammatici, non soltanto perchè devono dare ora un lavoro immediatamente proficuo, ma sopra tutto perchè si devono preparare alla nuova “campagna„, al nuovo “triennio„. giovanni rosadi. Col primo giorno di quaresima si riformeranno le nostre migliori Compagnie. Ora si tira avanti coi lavori che sono già in repertorio, con un po' di malinconia per l'immediato distacco, e col cuore caldo si speranza per l'avvenire.

Eccettuati gli scettici, gli esternamente sfiduciati, e i travetti del palcoscenico, che hanno perduto ogni ideale, i futuri soci, i futuri compagni, son come amanti, ai quali tarda congiungersi in uno slancio d'amore artistico.

E ciascuno pensa al temperamento drammatico dell'attore che avrà quale “parteneur„, sogna delle squisitezze di interpretazione.... salvo poi ad essere nuovamente preso dallo sconforto, per ogni intoppo, e per ogni effetto mancato.

Adesso sono tutti buoni, tutti cari, tutti rosei, adesso sono tutti.... fidanzati.

Poi.... il matrimonio, coi relativi sopraccapi, i dispettucci, forse le rotture... i piatti che volano, e gli accidenti che fioccano! E allora i ricordi, i rimpianti. Gli antichi amori che riprendono le tinte azzurre, che risplendono qualche volta come un sole nella memoria. La tenerezza profonda per un bene perduto. E nuovi progetti, e viaggi, e incontri, e compromessi, e contratti.... e sogni, sogni per l'avvenire.... Per tornare daccapo, si capisce, dopo qualche tempo.

La vita del palcoscenico è così due terzi illusione ed uno realtà. Tanto più entusiastica e tanto più sfiduciata, quanto maggiormente è vibrante.

la coscienza artistica la illumina, ma il “successo„ la irradia.

Ed è in forza a questi sogni, di queste speranze e di questa incontentabilità (che è dei migliori, del resto) che il pubblico assiste meravigliato a tanti cambiamenti di Compagnie, mentre non sa capacitarsi, perchè un'accolta di artisti, che filavano meravigliosamente insieme, si divida e si sgrani come un rosario cui si spezzi il filo!

Ecco per esempio la “Talli-Gramatica-Calabresi„, un'ottima Compagnia d'insieme, che in tre anni ha mietuti gli allori, che ha vissuto riccamente, e che ha dato un profitto netto di quasi centomila lire ai tre capicomici, si divide, per formarne tre.

Virginio Talli, geloso della gloria di Ciniselli, fa una Compagnia diremo così equestre. Tanti artisti: tanti numeri.

Non più contento di essere un brillante, un po' borbottone qualche volta, ma sempre corretto e vivace, egli sogna addirittura i trionfi di Napolene!

L'ho veduto al fuoco.... in Più che Regina, ma invece di Napoleone il Grande è stato — mi pare — Napoleone il Piccolo, con suo Sédan disasotroso.

mentre invece come direttore s'era fatto ammirare molto, mettendo in scena “La figlia di Iorio„ e “L'Albergo dei poveri„.

Miss Ella della sua Compagnia sarà certo la Zucchini-Majone, che se non ha mai saltato cento cerchi, come la signora Guillaume, ha vinto però cento battaglie, col suo spirito indiavolato, con la sua sicurezza, col proprio talento.

E poi tre prime attrici: la vezzoa Reinach dai bei piedini, l'elegante Borelli, appassionata di Tintoretto, e la Franchini, visione turbatrice, profilo nervoso, occhi d'acciaio, silhouette carina, che ha però il difetto di arrotare gli erre, di sibilare gli