Cosa eterea sei tu; pure alla mite
Soavità che la tua voce emana,
Sento aleggiare su le mie ferite 236Una carezza intimamente umana.
O mie speranze derelitte, udite:
L’aura vostra non fu perfida e vana;
L’anima vostra in più sensibil forma 240Nella bellezza di costei s’informa!
M’adduci ove più vuoi; da questa inerte
Gora in cui la mia vita egra già stagna,
Da queste gole a divorarmi aperte 244Trammi all’alta dei sogni ampia campagna:
Te per immenso mar, te per deserte
Lande mia duce eleggo e mia compagna;
Se Amor tu sei, m’avvivi or la tua face, 248Se la Morte sei tu, dammi la pace!
Povero core, ella rispose, e nelle
Mani, ch’egli tendea supplice in vista,
Pose le mani delicate e belle 252Soave in atto e amabilmente trista:
Se al desiderio mio non sei ribelle,
Il pensier vincerai che sì ti attrista;
Ritemprerà la stanca anima l’ale 256Nell’eterno splendor dell’Ideale.