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Pagina:Atlantide (Mario Rapisardi).djvu/256

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256 Atlandide


Scioglie un’altra la voce, e sì divini
     Dalle purpuree labbra escono i modi,
     Che tali non udì forse Bellini
     Pe’ giardini d’amor vaghe melodi;
     Nè al vincitor che cinse d’apio i crini
     Suonâr sì grate del Dirceo le lodi,
     Come ne’ peregrini animi fiocca
     La melodia della verginea bocca.

Venite, o generosi animi, dice
     Levando in lor la delicata faccia,
     Al cheto porto, all’isola felice
     Che a voi maternamente apre le braccia;
     Qui le bugie del secolo infelice
     E il dubbio vil dimenticar vi piaccia,
     Qui ritemprar la fede, e dei veraci
     Sogni fruir l’alte promesse e i baci.

Delle speranze indomite lo stuolo
     Aleggia qui su’ generosi cori,
     Ed ecco sotto il lor magico volo
     Cresce un giardin d’adamantini fiori:
     Alla nova fragranza apresi il polo,
     Sente la terra i consolanti odori,
     E il costume selvaggio e la rubella
     Indole spoglia e in lor si rinnovella.