Scioglie un’altra la voce, e sì divini
Dalle purpuree labbra escono i modi,
Che tali non udì forse Bellini
Pe’ giardini d’amor vaghe melodi;
Nè al vincitor che cinse d’apio i crini
Suonâr sì grate del Dirceo le lodi,
Come ne’ peregrini animi fiocca
La melodia della verginea bocca.
Venite, o generosi animi, dice
Levando in lor la delicata faccia,
Al cheto porto, all’isola felice
Che a voi maternamente apre le braccia;
Qui le bugie del secolo infelice
E il dubbio vil dimenticar vi piaccia,
Qui ritemprar la fede, e dei veraci
Sogni fruir l’alte promesse e i baci.
Delle speranze indomite lo stuolo
Aleggia qui su’ generosi cori,
Ed ecco sotto il lor magico volo
Cresce un giardin d’adamantini fiori:
Alla nova fragranza apresi il polo,
Sente la terra i consolanti odori,
E il costume selvaggio e la rubella
Indole spoglia e in lor si rinnovella.