Pagina:Attilio Brunialti - Il Trentino, nella natura, nella storia, nell'arte e nella vita degli abitanti.djvu/21

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considerazioni generali 7


lare le diligenti e coscienziose ricerche del geologo. Sorridono i nostri monti di tutte le bellezze della natura alpina. Sui campi elevati, nella pace delle nevi eterne, fra lo scrosciare dei ghiacciai, si innalzano le creste dell’ Adamello e della Presanella. i pinnacoli fantastici della Tosa e del Cimon della Pala, la punta sovrana della Marmolada. Nei remoti recessi di Rendena, dell’Anaunia, di Fassa, si insinuano cupe gole, con cascate pittoresche, pascoli verdeggianti, selve ombrose, burroni orrendi di selvaggia bellezza. Dalle valli più alte i monti digradano in ondulate colline, i torrenti ne bagnano le falde, serpeggiando fra boschetti di castagni, noci secolari e teneri gelsi. Le spalle dei monti difendono il paese dagli aquiloni, le tepide aure del mezzogioino penetrano negli aperti golii delle valli; sulle creste allignano il pino, il larice, l’abete: le colline si vestono di ameni frutteti esi Cimon della Pala dal Passo dì Rolle.inghirlandano di viti festanti: alle radici il fico prepara il suo miele, l’olivo spiega i pacifici rami, l’alloro agita le fronde gloriose».

Incerta è l’origine del nome, come nessuno potrebbe dire se Trento togliesse il nome dal Trentino , ovvero la provincia dalla capitale. Non si dubita che, nell’età pagana , Nettuno vi avesse altari e devoti, se alcuni dissero derivato il nome dall’arma del glauco Nume, il tridente, ed in omaggio alla leggenda nella monumentale fontana di piazza del Duomo a Trento, troneggia Nettuno, tenendo in pugno l’arma simbolica. La critica stoiùca preferisce trarre il nome dai tre dossi, denti o colli di Sant’Agata. San Rocco e Trento, che la città circondano, e sono araldicamente rappresentati nell’antico suo stemma:

Montes argentum mihi daut nomenque Tridentum.

Già nella tavola Clesiana sono aggregati ai Tridentini gli Anauiii. i Sìnduni ed altri popoli. Sotto i Longobardi si uniscono a Trento le niinoii valli e si disegnano i moderni contini della provincia, chiaramente determinati quando Carlomagno pose le tende nel campo che serbò il di lui nome, e l’antico Tridentini cominciò a diventare Trianfiini e poi Trentuni. Tale lo ritroviamo nel testamento di un vescovo veronese del ihiS. in un documento del 941 pubblicato da L. A. Muratori; nella caria di Corrado II. nel 1027, si comincia a parlare del Comitattis tridenthius. Il Trentino non può essere mai determinato con precisione, perchè dal settentrione cercano di limitarlo i Tedeschi, a mezzogiorno vi si incuneano i signori veneti e lombardi, e cosi solo tra le più aspre lotte e le più svariate vicende, acquista la presente consistenza e l’odierna fisionomia.