Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/83

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a scorgere la fiera si fu Olda-Gabriel che se la vide comparire colla testa fuori d’un cespuglio, a circa sessanta passi dal proprio giaciglio. Era una bestia di enorme grandezza, fornita di stupenda criniera, e che, dimenando la coda formidabile, schiantava gli arbusti, spezzava i rami che cadevano poscia a’ suoi piedi, come se mozzi da una scure.

L’intrepido giovane aveva chiesto il permesso al sig. Stella di scaricargli contro il suo fucile; ma questi glielo proibì, osservandogli che, fallendo il colpo, lo avremmo avuto a ridosso e qualcheduno di noi l’avrebbe finita fra le sue sanne.

Ricordavasi il sig. Stella che, precisamente in quei dintorni, dovevano esistere due vecchi leoni, di stabile dimora, che si dilettavano di carne umana, e che avidamente e destramente ne ricercavano, per averne più d’una volta assaggiata. Ci consigliò peraltro a tenerci pronti col fucile nel caso si rendesse indispensabile una scarica generale.

Olda-Gabriel non poteva più contenersi; aveva addosso la febbre per non poter misurarsi colla fiera, e siccome n’era egli più vicino che tutti gli altri, così se ne stava sì attento ch’era una maraviglia a vederlo. Gl’Indigeni frattanto alimentavano i fuochi e gettavano di tratto in tratto alcune bragie nella direzione del leone, per intimorirlo. La manovra otteneva in parte il suo intento, avvegnacchè questi si ritirasse per qualche tempo e ricomparso, se ne ritornasse nuovamente senza pensare ad attaccarci.

Non ebbimo riposo in tutta la notte; e a quanto mi pareva, l’eccessiva prudenza del sig. Stella n’era stato il principale motivo. Se io avessi comandato, avrei permesso ad Olda-Gabriel di scaricargli contro il fucile;