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il suo cappotto: ne toglie di nascosto un pacco con dei caratteri tipografici e un mucchio di manifesti.
In primo piano i manifestini stampati dalla Federazione di Mosca del Partito Social-Democratico.
Baulin appoggia la testa su un mucchio di manifestini e di nascosto mette sotto il cuscino la pistola, poi si sdraia.
Forse ci lasceranno dormire.
Rachele rannicchiata, spaventata sta ascoltando i rumori della vita notturna dell’albergo.
La stanza accanto. Sul letto disfatto si trova un ufficiale con pantaloni e scarponi che stringe a sé una donna vestita in un abito nero di seta, tutto chiuso. Le torce le braccia.
Baulin fuma, sorride, allunga la mano all’interruttore, spegne la luce. Buio.
ATTO QUARTO
E’ notte. Una pattuglia di polizia entra nel vicolo.
I poliziotti forzano la porta dell’albergo «L’Eroe Plewna».
I poliziotti salgono le scale, cercando di camminare silenziosamente.
C’è gente non registrata qui?
II cameriere scatta su. Risponde, grattandosi la testa.
Non registrata? Non registrata... è come se non ci fosse...
I poliziotti lasciano la stanza assieme con il cameriere.
Il corridoio. Qualche porta si chiude. Poi silenzio.
Baulin dorme davanti alla porta, sdraiato sul suo cappotto. Sentendo il rumore scatta su, afferra la pistola.
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