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forza di inerzia sprofondano sempre di più nel fango della strada. Sono spettinati, le loro scarpe sporche spuntano fuori dal fango come tronchi galleggianti, le loro barbe sono sporche e le facce pensierose.
Ratkowicz entra di nascosto nel corridoio buio e puzzolente che scorre sotto le fondamenta di una casa ad un piano. In fondo, dietro al tra mezzo si intravede il muso di una mucca.
In un angolo scuro della stalla, piena di botti, di secchi, e di legna, si è rannicchiata una donna in un largo mantello.
Ratkowicz si avvicina al tramezzo, alza un bastone e bussa con questo sul soffitto.
Il piccolo personaggio dal suo angolo rabbrividisce, si alza di scatto e rovescia il secchio. Dal secchio si sparge un rivo di latte denso.
Ratkowicz bussa sul soffitto con il bastone. Una mano femminile afferra il bastone; dall’angolo esce Rachele Monko, la figlia diciassettenne del più giovane insegnante della scuola ebraica locale. La sua figura e la sua faccia sono nascoste.
Rachele scopre il viso e si getta verso Ratkowicz; la sua bocca si avvicina alle sue labbra, ma la ragazza indietreggia immediatamente. Al cune lacrime brillano nei suoi occhi; ella guarda il ragazzo con una particolare tenerezza.
Dunque è tutto deciso, mio caro?
Ratkowicz stringe la mano di Rachele. Le loro mani tremano, a lungo, febbrilmente ed ininterrottamente.
Il rivo di latte continua lentamente a scorrere sul rozzo pavimento.
Ratkowicz si china verso Rachele e dice:
Ormai non si può più tornare indietro... Scapperemo all’estero con Hocmach. Hochmach diventerà finalmente un attore tragico. Io farò il solista in uri orchestra... e fra due anni ci sposeremo, Rachele, a Mosca.
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