Umana, Pesaro, Fano e Rimini, sembra
accennare una prima confederazione di esse; e giá i papi eran venuti
crescendo tra tutto questo. — Finalmente, tutto ciò scoppiò a
ribellioni aperte, a mutazioni grandi nel 726. Era imperatore Leone
isauro, un barbaro, non solamente caduto, a modo solito di quella
corte, nell’eresie, ma inventor esso di una nuova, contro alle
imagini, detta perciò «iconoclastia». Per questa minacciò, perseguitò
il papa. Il quale si trovò essere un gran papa, gran principe,
Gregorio II [715-731]; il quale troppo trascurato dagli storici, non
resterá tale per certo, quando Italia indipendente cerchi e glorifichi
tutti i periodi, tutti gli eroi di sue indipendenze. Egli forte
pontefice, resistette cattolicamente all’imperator eretico; egli gran
vescovo, gran cittadino, raccolse apertamente intorno a sé i romani di
Roma; egli grande italiano raccolse pur gli altri italiani antichi, li
difese, ne fu difeso dalla tirannia dell’eretico imperatore; egli,
come tutti coloro che sollevan popoli non a propria ambizione ma a
difesa comune e giusta, non rinnegò il nome, il diritto del signore
legittimo o legale, ma gli rinnegò l’obbedienza in ciò che era pur
diritto proprio e del popolo suo; egli limitò la rivoluzione a giusta
resistenza, egli l’adattò alle tendenze, alle condizioni del tempo
suo; ed egli non inventò forse ma si serví delle giá inventate
confederazioni, le accrebbe, le condusse, le fece efficaci,
vittoriose. Primo de’ papi s’alleò co’ longobardi contro a’ greci,
primo fu di fatto principe indipendente; e fece tutto ciò in cinque
anni dal 726 al 731. — E ciò fu continuato dal successore ed omonimo di
lui, Gregorio III, dal 731 al 743. Se non che, piú sovente che non il
predecessore, guastatosi co’ longobardi, e pressato tra questi e i
greci, e men che il predecessore confidando forse nelle cittá, nella
nazione italiana, egli primo fece quella chiamata dei franchi, che fu
rinnovata poi da’ successori. E queste chiamate sono condannate
universalmente ora nella storia, nell’opinione italiana. Né senza
ragione, se si guardi ai tristi e lunghi effetti che ne vennero.
Tuttavia io non saprei se non sia lecito, se non debito forse a un
uomo posto a capo d’una nazione, difendere l’indipendenza propria e