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delle preponderanze straniere 107

che non è paragone tra l’indipendenza e tutti gli altri temporali doni di Dio; finché l’idea e la passione della indipendenza non ispengano le altre idee o passioni nazionali, il giorno dell’indipendenza non sará venuto. Misere cose sono la mente, il cuore umano; di rado potenti, quand’anche concentrano lor forze; impotentissime sempre quando le distraggono, quando femminilmente, fanciullescamente, od anzi animalmente, corron qua o lá dietro a questa o quell’idea o passione. — Ma pensino i principi, che pur troppo sovente e dappertutto, e massimamente in Italia, si fanno di queste terribili fanciullaggini od animalitá; e per amore, se non di noi, di loro stessi, non vi si espongano. — Nel 1740, ai 31 maggio, morí Federigo Guglielmo re di Prussia, e gli successe il figliuol suo Federigo II, detto «il grande»; e morí, ai 20 ottobre, Carlo VI imperatore, e gli successero negli Stati, Maria Teresa, sua figlia, e Francesco di Lorena. Ma a malgrado la prammatica fatta per tal successione da Carlo VI, e riconosciuta poi nei trattati successivi da quasi tutti i principi d’Europa, sollevaronsi allora parecchi; Federigo coll’armi, prendendo subito Silesia [dicembre]; gli altri, colle trattative ed alleanze. Una ne fu fatta a Nymphemburg [18 maggio 1741] tra Francia, Baviera e Spagna, a cui poscia s’accostarono Prussia, Sassonia e re Carlo di Sardegna. L’esercito gallo-bavaro penetrò in Boemia ed Austria [novembre]; l’elettor di Baviera fu proclamato re di Boemia; e in breve imperator Carlo VII [24 gennaio 1742]. Austria era agli ultimi; fu salva dal generoso amore de’ magiari alla giovine, bella e virtuosa Maria Teresa, dall’alleanza antica di sua casa con Inghilterra, e dal trattato da lei conchiuso [1º febbraio 1742] con re Carlo di Sardegna. Fu detto allora di semplice neutralitá, ma in breve di vera alleanza. Può, deve far meraviglia questo accostarsi di casa Savoia a casa d’Austria in tale occasione, che sembra essere stata la migliore da molti secoli, di cacciar questa di Lombardia e d’Italia. Ma il fatto sta, che Francia e Spagna sembrano aver voluto allora dar Lombardia non a re Carlo di Sardegna, ma insieme con Parma e Piacenza a don Filippo di Spagna, fratello secondo del re giá spagnuolo di