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delle preponderanze straniere 153

stoltezze de’ deboli che riescon fortune a’ potenti ed usurpatori. Napoleone vincitore mandò ad eseguire il facile castigo un esercito, che entrò nel Regno [8 febbraio], in Napoli [15]; e casa Borbone fuggí di nuovo a Sicilia. Giuseppe Buonaparte fratello di Napoleone fu primo re de’ Napoleonidi, fu proclamato re di Napoli e Sicilia [30 marzo]; e regnò nella prima, continuando casa Borbone nella seconda. Gaeta si difese bene, non s’arrese se non al 18 luglio. Meglio ancora Calabria, che non fu ridotta tutta se non piú tardi [al principio del 1808], e nemmeno allora non obbedí tranquilla. Oh se i principi italiani avessero saputo valersi della devozione e del coraggio nativo de’ lor sudditi! riunirlo, disciplinarlo, avvezzarlo! Seguí [5 giugno] l’instituzione di un secondo re napoleonide, Luigi in Olanda. E seguí un grandissimo fatto, appena avvertito allora. Addí 6 agosto di quell’anno 1806, Francesco II, ultimo successore degli imperatori de’ romani, rinunciò a quel titolo, vano senza dubbio da gran tempo, ma impaccio pure e vergogna nostra finché l’udimmo portare da tanti stranieri. — Seguirono poi la guerra tra Prussia e Napoleone, minacciata giá l’anno addietro dalla prima, dismessa poi dopo la vittoria d’Austerlitz, rotta ora dal vincitore, vendicativo e guardingo, e precipitato ad ogni modo d’una in altra vittoria, d’una in altra conquista. Seguirono le battaglie di Jena [14 ottobre], d’Eylau, di Friedland, [8 febbraio, 14 giugno 1807], e la pace di Tilsit [7 e 9 luglio]. — Dopo la quale s’avventò, s’inebbriò peggio che mai il conquistatore nella politica stoltamente invaditrice. Egli imperiava in Francia, Italia e Germania, incontrastabilmente; non gli bastarono. Volle Spagna, e almen si capisce, era un gran regno di piú; ma volle Roma, e non si capisce, essendo cosí poca cosa materialmente rispetto all’imperio che egli aveva, ma cosí grande rispetto al pericolo, alla perdita d’opinione a cui andava incontro.

Il fatto sta ch’ei non faceva caso di questa opinione; non di Spagna, né di Roma che credeva avvilite, impotenti a resistere. Ma, come volle Iddio, Napoleone s’ingannò: Dio vuol sovente che s’ingannino i prepotenti. Incominciò a metter truppe