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delle preponderanze straniere |
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dovettersi acquetare. Morto poi, nel medesimo anno, il
cardinale e duca Ferdinando Gonzaga, e nel 1627 Vincenzo fratello di
lui, succedettero lor nipote Maria e il marito di lei Carlo Gonzaga giá
duca di Nevers, e cosí tutto francese. Fu per esso Francia, e furono
contro esso Austria ed il mutabile Savoiardo, tratto e dall’ambizione
antica d’aver il Monferrato, e dall’essergliene data una parte fin
d’allora. Guerreggiossi acremente in tutto Piemonte; e il vecchio e
infermo ma ancora prode duca vinse i francesi nel 1628, ne fu vinto
nel 1629, perdette Savoia, Pinerolo, Saluzzo; e stava alla riscossa
sulla Maira quando, infermato, morí ai 26 luglio 1630. Pochi dí prima
[18 luglio], era stata presa Mantova dagli spagnuoli alleati suoi.
Pro’ guerriero, buon capitano secondo i tempi, ardito, pronto, bel
parlatore, fu amato da’ soldati ch’ei pagava male ma conduceva bene,
adorato da’ sudditi a cui procacciava le miserie, ma l’operositá, ma
l’alacritá, ma l’onor della guerra; continuò, compiè gli ordinamenti
civili del padre; parlò, operò italiano, protesse molti illustri,
Tasso, Tassoni, Marini, Chiabrera, Botero; in una parola, raccolse
piú che mai in sua casa e suoi popoli tutto quello che rimaneva di
vita nazionale durante il mezzo secolo di suo regnare. È impossibile
non far come i sudditi di lui, non amarlo a malgrado tutti i suoi
difetti: fu uomo di buona volontá italiana. — Il rimanente dell’Italia
d’allora val pochi cenni. Oltre la successione dei Gonzaga che turbò
l’Italia, due altre ne furono che senza turbarla ne mutarono alquanto
la distribuzione. Succeduto ad Alfonso II, duca di Ferrara e Modena,
Cesare suo figliuolo naturale [1597], il papa non gli volle lasciar
Ferrara feudo pontificio; e disputatone alquanto, l’ebbe per trattato
[1598]; e la casa d’Este rimase bastarda e ridotta a Modena, fino a
che s’estinse. — In Urbino, avendo il vecchio Francesco Maria II della
Rovere perduto nel 1623 il figliuolo unico che lasciava una figliuola
unica granduchessa di Toscana, ei rinunciò al ducato, feudo pontificio
ancor esso, che fu riunito cosí agli Stati della Chiesa. — In Parma e
Piacenza, ad Ottavio Farnese, morto nel 1586, succedette Alessandro
figliuolo di lui, che fu illustre capitano negli eserciti spagnuoli