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Pagina:Ballatore - La quarta dimensione o l'iperspazio, 1908.djvu/9

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c. ballatore 7

alcun movimento al di là della terza dimensione. Alla stessa guisa un abitante in seconda dimensione, ossia sulla superficie, non può immaginare nessuna scomposizione dell’atomo superficiale (ammettiamolo per un istante), altro che in due direzioni: lunghezza e larghezza, rimanendo a lui interamente incognita ed incomprensibile la materia allo stato di gaz. Analogamente quindi noi possiamo ammettere senza difficoltà, che l’atomo si scomponga ancora e sparisca dai nostri sensi passando in una dimensione superiore, ossia, in quarta dimensione o quarto spazio1.

Osservando nei loro movimenti gli abitanti sul piano li scorgiamo assai meno impacciati di quelli sulla linea; poichè essi, quando s’incontrano, possono schivarsi, per proseguire il cammino. Altra cosa importante da notare è che, supponendo di avere contigui l’essere sulla linea e quello sulla superficie, quest’ultimo vedrebbe il primo senza esserne veduto, giacchè



  1. Per gli studi e le esperienze di Crookes noi già conosciamo un quarto stato della materia, o materia raggiante; la chimica occulta però ci presenta altresì l’atomo fisico scomposto in atomi eterei, che la scienza positiva moderna non è ancora riuscita a dimostrare, ma forse intuisce; per l’appunto nell’iperspazio noi dobbiamo cercare le suddivisioni dell’atomo, che la chimica attuale non sa scomporre. Ciò si riferisce pure al ione e all’elettrone.
    È bensì vero che taluni scienziati non si adattano alle idee del Crookes; ma qui non troverebbe posto il dibattito e conviene consultare in proposito i recenti trattati di fisica e le riviste scientifiche.
    Parimenti nelle dette riviste e trattati si trovano le considerazioni riferentesi alla teoria atomica di fronte alla scoperta degli elettroni e degli ioni.
    Nella pregevole opera del Le Bon «L’évolution de la matiére», l’atomo viene considerato come radiante, e, per effetto della radioattivita, la materia va all’etere dal quale, secondo il Le Bon, trae origine. In tal modo l’etere è la sostanza cosmica creatrice, per così dire, di tutto ciò che esiste nel nostro universo ed a cui tutto ritorna per virtù di quell’energia dal Le Bon detta intra-atomica, e così l’energia stessa si perderebbe; il che porta naturalmente ad abbattere una teoria fisica considerata attualmente come dogmatica, ma contro la quale si scaglia pure il professore G. Casazza nel suo opuscolo avente per titolo: «Il più grande errore scientifico del secolo xix».
    Il Le Bon conferma perciò l’unità della materia, come per l’appunto insegna la teosofia e la sapienza antica, se non che il Le Bon considera come perduta ogni energia quando la materia ritorna all’etere; invece il teosofo non perde di vista il gran serbatoio della forza universale, quindi l’energia permane.