Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/257

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NOVELLA XXXVI v’abbia mandato uno dei miei libri composto in stanze a lode de la valorosa eroina la signora Lucr~zia Gonzaga di Gazzuolo : cosa che in vero m~ ·ha fatto molto piu meravigliare e doler che voi. Io, signor mio, gia circa dui anni, per via del cancelliero d’essa signora Auriga ne mandai in Italia trenta d’essi libri, tra i quali uno era per voi, notato col nome vostro nel principio del libro, e a quello ch’io veggio egli è ito in P .ersia, come alcuni altri. Onde mio cugino mess er Giacomo Francesco Bandelle, al quale in Mantova ne indirizzai alcuni, mi sc risse non gli aver avuti tutti e che gli altri erano la meta guasti. Ma io ve ne manderò uno con la prima comodita che mi venga. Tuttavia- io vi · ringrazio infinitamente de la memoria che di me tenete, ché nel vero, a parlarvi di core, io averei giurato che piu di me non fosse ricordanza appo voi, essendo quasi un’eta che non mi vedeste. Nondimeno io sempre v’ho avuto in memoria, ed ove m’ è accaduto parlar degli elevati ingegni italiani de la nostra eta, io v’ ho di continovo annoverato tra i primi. E in fede di quanto diceva, ho mostrato a molti la elegia, in alcuni luoghi di man vostra emendata, che ancor fanciullo ne la consacrazione de la vostra lanuggine a Venere componeste in Pavia. Ho ance fatto veder la « selva », che per la morte del nostro vertuosissimo messer Marc’Antonio Torre, con l’epitaffio, decantaste, o lagrimaste piu tosto. Taccio altre «selve», endecasillabi , giambici ed epigrammi che appo me sono, con quello dell’« r » del Quinziano. Le quali cose mostrano l’altezza ed il candore del vostro ingegno; onde mosso .dal testimonio mio, il signor Giulio Sca1igero nei suoi Eroi v’ha dato onorevol luogo, come ad instanzia mi a ha fatto ad alcuni altri, .e ne le Eroine ad alcune gen t ilissime donne, e questo suo libro insieme col m:~o vi r.1anderò . M a tempo è che noi ascoltiamo Vespasiano. Questa adunque mia novella accettarete con quella generosita di core che quando eravamo a Pavia la creanza vostra dimostrava. E tenendomi nel numero dei vostri, mi vi raccomando e prego Dio che voglia darvi quanto desiderate. State sano.