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446 PARTE TERZA compassione, lagrimava. Ora come la contessa ebbe rasciugate le lagrime e vide che ciascuno attendeva ciò che ella volesse più dire, con la voce mezza lacrimosa, cosi disse: — Assai per ora tutti di brigata questa crudelissima crudeltà abbiamo pianto, ben che, a dire il vero, assai e quanto si conviene pianger non si possa e meno io vaglia di cosi fiera donna, anzi pure inaudito, orrendo e vituperoso mostro, quanta e quale fosse la bestiale crudeltà con parole dimostrarvi. Era di poco passata l’ora de la nona, quando la micidial femina fece al mastino le smembrate carni divorare, ed essendo in lei per la presa vendetta alquanto l'ira, che contra Partenopeo aveva, raffreddata, cominciò a sentire qualche dolore, si per la violenza del parto fuor di tempo, come anco per le percosse e salti che su le reni aveva sofferte; onde, sentendosi lassa, si mise in letto a riposare. E cosi se ne stette fin a l’ora del vespro, sempre con Finea ragionando. Era quel di giorno di festa e ad una de le principali chiese de la terra si faceva gran solennità. E mostrando la malvagia femina una estrema contentezza e un indicibile piacere di cosi biasimevole e vituperosa opera che fatta aveva, e con Finea gloriandosene come se avesse un gran regno acquistato, quando senti sonare il vespro e che le sovvenne che alora tutte le donne e gentiluomini de la terra sarebbero a quella chiesa, ella si levò e si vesti; e fatto metter in ordine la carretta, che tiravano quattro bravi corsieri, su vi montò con le sue donne, e con un viso tutto allegro e ridente andò, quasi trionfando, per la terra: poi a la chiesa con le altre si ridusse. Quivi in compagnia d’altre gentildonne a ragionare si mise, fin che fu tempo di partirsi, e seco alcune di quelle a cena condusse. Io non so che dirmi di questo diavolo incarnato, e quanto più ci penso, più resto stordita. Ogni altra donna, che disperda in qual modo si sia, sta almeno nove e dieci giorni, e molte fiate più, prima che riavere si 'possa, ed in quel tempo si ciba con manicaretti delicatissimi ; e questa fiera alpestra, che per forza si fece disperdere, quel giorno medesimo montò in carretta e se n’andò a la festa. Né crediate che do- poi ella se ne stesse senza amanti: ella molti altri ne ebbe, e fece anco un altro segnalato tratto. Ma perché, in qualunque