Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1912, V.djvu/287

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284 PARTE QUARTA a l'orecchia: — Va’, e dirai a mia moglie che di quello negozio che ieri ella mi ragionò, io ne ho parlalo col gentiluomo che sa, e che io lo trovo molto mal disposto a l’accordio, allegandomi certe sue ragioni, le quali mi paiono assai apparenti, per le quali ha deliberato che per ogni modo la lite si veggia e si giudichi nel mio consiglio, e che io non lo voglio né debbio sforzare. — Andò il Gonnella verso le stanze de la marchesa, e non essendo ancora fora de la sala ove il signore desinava, esso marchese il tornò a chiamare e li disse: — Tu le potrai far intendere che ella li faccia parlare dal guardiano de li frati di San Francesco, ché mi è detto che molto di lui può dispo- nere, e che io altro rimedio non saprei trovarli, né miglior mezzo di questo guardiano. Faccia mò ella. — Il buono Gonnella, che nulla sapeva de l'ordine posto da la marchesa, né che questa ambasciata fosse vana e una cosa finta, andò allegramente ad eseguire quanto dal suo signore gli era stato imposto. Trovò adunque che la marchesana non si era ancora messa a tavola, essendosi quella mattina assai tardo levata di letto. Come ella vide il Gonnella, li fece uno bonissimo viso e li disse sorridendo che fosse il bene venuto, e che buone novelle recava. Il Gonnella, fattale la convenevole riverenza, se le accostò, e con molte parole le ispose la finta favola de l’ambasciata del signor marchese. Mentre che egli parlava a la marchesa, una de le damiselle serrò l’uscio de la camera che rispondeva in sala, e tutto a uno tratto uscirono da una saivaro tutte le damiselle, massare e serventi de la marchesana, succ: e armate di quei bastoni verdi di cornio, di maniera che pare proprio li farisei con la squadra de li soldati che voless pigliare Cristo. E gridando dicevano:—Tu sei pure, Gonnel Gonnella ribaldone, ne le mani nostre, e hai a la fine dato del capo ne la rete. A la croce di Dio! ora non ti valeranno le tue magre buffonerie. — Ridendo allora disdegnosamente, la marchesa, minacciandolo con la mano, cosi li disse: — Gonnella asino che sei, tu ci hai fatte tante burle, che il debito vuole che noi sovra la persona tua acerba vendetta di mano no prendiamo. Su su, damiselle ! E voi, donne, che fate?