Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/161

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come se avesse trovato un ricco tesoro; e non s’accorge, il povero uomo e stroppiato del cervello, che egli è restato con la vergogna e beffe e col danno dei venti ducati.


Il Bandello al magnifico signore il signor Giangirolamo Castiglione


Io credo certissimamente che se mille volte il dì si ragionasse degli strabocchevoli casi che per l’irregolato amore occorreno e degli errori che gli uomini accecati da la pungente passione de l’ira commettono, che tutto il dì alcuna cosa nuova ci sarebbe da raccontare. Onde questi giorni essendo ne la contrada di Brera, nel giardino amenissimo e bello del nostro dottore messer Girolamo Archinto, una buona compagnia di gentili spiriti, e dopo alcuni ragionamenti di cose di lettere essendosi entrato a ragionar dei casi amorosi, il signor Cesare Triulzo, giovine di buone lettere e d’ottimi costumi ornato, la cui conversazione quanto più è frequentata vie più diletta e più si desidera, lasciando sempre più desiderio di sè ne l’ultimo che nel principio non promette, narrò al proposito di cui si parlava una istorietta piena di compassione e di pietà. E perchè mi parve degna di memoria e da porre innanzi agli occhi a coloro che si fanno lecito tutto quello che loro a l’appetito viene, non considerando se bene o male gliene può avvenire, io la scrissi per metterla insieme con l’altre mie novelle, come ho fatto, sotto il vostro nome, sapendo io quanto sempre sin da fanciullo amato m’avete e fattomi tutti quei piaceri che sono stati possibili. Voi in questa novella vederete quanti danni vengono dal non sapersi governare e non voler talora porre il fieno a la turbulenta, fervida e precipitosa ira quando ci assale. Non nego già che la vendetta negli animi fieri non sia cosa dolce e di grandissima sodisfazione, quando regolatamente si fa; ma dico che io mai non vorrei cavarmi un occhio per cacciarne dui di testa al mio nemico, piacendomi molto più il generoso animo di Giulio Cesare, perpetuo dittatore, che fu il primo che partorì l’imperio romano; il quale mai cosa veruna non si smenticava se non l’ingiurie e molto facile era a perdonarle. E veramente se per