nascer potevano. Non avendo a pena finito Delio di parlare, Cinzia, rivolta a Camillo, gli disse che pensi mo di far, Camillo, perchè certo esser puoi ch’io sono innocente, e che da te esser abbandonata non merito? Vuoi tu essermi quello che prima a me eri, o che animo è il tuo"? Vedi, rispose Camillo, io non poteva intender cosa che più grata mi fosse, che esser chiaro della malignità della balia, e conoscer Giulio per quel gentiluomo che sempre l’ho tenuto, come più volte dissi a Delio, allora che la balia si disdisse delle menzogne da lei dette. Quanto poi appartiene al caso tuo, io ti vo’aver sempre per raccomandata, e in quanto potrò nei tuoi bisogni aiutarti; e facendone tu la prova, troverai che gli effetti saranno alle parole conformi. Cinzia allora con pietosa voce soggiunse: adunque oimè! io senza colpa mia debbo perder quella cosa che più amo in questo mondo’? io ti perderò, Camillo, signor mio’? ahi sventurata me! oimè più infelice d’ogni altra infelice! Che fia di questa travagliata e misera vita, se già più bramo il morire, per molto maggior rimedio e minor pena, anzi conforto de’ miei mali, che il vivere; poichè colui che io amo più della luce degli occhi miei, e viepiù d’ogni creata cosa, mi sprezza e senza mia colpa m’abbandona? Chi darà, lassa me! a questi miei occhi larga vena d’amare lagrime, acciò che prestamente consumino questo debol ed infermo corpo, ricettacolo ed albergo d’ogni miseria e calamità, poichè colui, dal quale la vita mia dipende, leva da me le mani della sua pietà, e vuole che senza vita io viva? Ma certamente senza vita non si vive. Ora che dico io? a cui porgo le vane mie preghiere? a cui indirizzo queste dolenti voci, se profitto alcuno recar non mi denno? lo veggio bene che aro il mare, e spargo il seme sull’arena. Sia con Dio: qui ti bisogna Cinzia esser costante, e non ti smover punto dal saldo proponimento che fatto hai. Egli mostrar ti conviene, se tu ami o no. In questo, rasciugati gli occhi, si voltò di nuovo a Camillo, e gli parlò in questa guisa: orsù piacciati almeno, poichè deliberato sei di non voler esser mio, di ([nel modo che io vorrei esser tua, non abbandonar la nostra povera figliuola; la (piale se tu pur vuoi o non vuoi, è tanto tua (pianto mia, e tu sei così il padre, com’io l’ho partorita; che pur sai clic, partorita l’ho..Medesimamente ioti raccomando quegli sfortunati e poveri vecchi, mio padre e mia madre ’lieo che tanto ti sono stati fedeli, amorevoli e continovi servidori; e di cuore ti prego, se mai ti fu per lo passato caia e dolce la mia pratica (che pure mostravi d’amarrai ed avermi cara, e mille effetti di questo me n’hanno l’atto fede), che tu voglia per cor-