Pagina:Baracca. La carriera, le battaglie, le vittorie del grande aviatore raccontate nelle lettere alla madre.djvu/20

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zione, il Governo ce ne ordinerà uno ciascuno di 70 cavalli — forse a due posti. Non ti parlo delle gentilezze ricevute da Hanriot padre e figlio: questi è simpaticissimo; ha 19 anni ed ha già preso in questi giorni il brevetto di 2° grado che consiste nel fare tre volte in campagna un percorso di 150 km. Sarà il nostro istruttore ed anche la nostra guida a Reims. Abbiamo avuto dagli ufficiali francesi un’accoglienza cordialissima e già dappertutto siamo additati: — Voilà les officiers. italiens aviateurs. Dimenticavo di dirti che siamo stati accompagnati a Reims, e si sono fermati con noi a Basilca ed a Chaumont, due ingegneri, uno di Tonino ed uno di Milano, rappresentanti di Hanriot in Italia che ora preparano le officine in Italia per costruire gli apparecchi che vera ranno presentati al concorso del 1913 indetto dal Ministero. 11 dicevo più avanti che è una cosa sorprendente volare, perchè seri ho fatto il mio primo volo come sasseggero. Montai su un «Hanriot» a due posti, io avanti, il pilota dietro. Appena il motore si mosse l’apparecchio parti per l’aria come una freccia; nel lasciare la terra non ho provato alcuna impressione tanto l’apparecchio dava segno di stabilità. Eravamo a 30-40 metri e si andava a 70-80 chilometri all’ora e mi pareva quasi che l’apparecchio fosse fermo: e questa infatti è l’impressione che si prova alle grandi altezze ed anche quando si marcia a più di 100 all’ora — dicono i piloti. Era un magnifico sogno ad occhi aperti vedermi scorrere di sotto gli alberi, le strade, la campagna; è una cosa piacevolissima guardar giù e mi sono assicurato di non soffrire affatto di capogiri. IL pilota mi aveva raccomandato di non muovermi molto ed io guardando avanti gli gridavo: — Plus haut! Plus haut! e infatti andammo presto a 100 metri e quando di nuovo fummo ritornati sull’acrodromo, con un bellissimo volo plané l’apparecchio ci posò dolcemente a terra. A Reims siamo giunti venerdì mattina e subito dopo mezzogiorno incominciammo a rullare, cioè a girare «per terra con un apparecchio pesante che non si alza. Ieri però la seconda volta che montavo so bra tirava un po° di vento e mi sollevò di due 0 tre metri, ma manovrai subito il timone di profondità e le ruote toccarono di nuovo terra. Ti scriverò poi dei miei primi voli da solo. Di apparecchi «Hanriot» ve ne sono ora di due tipi; uno con le ali più lunghe, a 50 cavalli che fu 720 all’ora ed uno ad ali più corte a 70 HP che fa i 135, è în coitruzione un terzo tipo a due posti. Ho già visitato le officine nelle quali studierò attentamente. Altra curiosità che forse non leggerai sui giornali italiani; ieri vicino a Parigi due piloti in acroplano hanno comunicato con apparecchio Marconi con una stazione radiotelegrafica a 35 chilometri di distanza e da 500 metri d’altezza.