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Pagina:Barrili - Arrigo il Savio, Milano, Treves, 1886.djvu/133

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gio sai, e la nuova generazione non ci affida di giorni migliori. Penso spesso al vecchio di Orazio, per dar torto al mio pessimismo; e non mi riesce, pur troppo! Noi brontoloni, forse, ma con la fiamma dell’ideale nell’anima; i nostri successori, più ameni, più graziosi, più dotti, anche più esperti; ma a conto loro e per le loro ambizioni; ma senza il menomo pensiero di un gran debito morale e politico nella coscienza. Vedo io troppo nero? Non so; ma questo è certo e fuor di questione, che i giovani d’oggidì non mi aiutano punto a vederci più chiaro. —

Cesare Gonzaga non poteva, per parte sua, dargli torto. Ma quella intemerata del suo vecchio amico gli veniva proprio in mal punto, e pareva fatta a posta per levargli il coraggio.

— E sia; — diss’egli, andando risoluto incontro alla difficoltà; — non amiamo i giovani. Ma tu, almeno amerai mio nipote.

— Il Valenti? Questa sera soltanto, e dal conte di Castelbianco, ho saputo che il cavalier Valenti è tuo nipote. È ricco, ed anche