Pagina:Barrili - Come un sogno, Milano, Treves, 1889.djvu/210

Da Wikisource.

— 202 —


agevole, ed io stesso, dopo aver fatto la domanda, me la sentivo fischiare all’orecchio: «Sì certo; la notte scorsa eravate un forestiero, un cortese compagno di viaggio, che faceva il debito suo di buon cavaliere, senza chiedere, senza pretender nulla in ricambio, e a cui si poteva, si doveva anzi mostrar gratitudine e fiducia, per stringergli poi la mano all’ultima stazione, e sparire; mentre ora... ora gli è un guaio de’ grossi.» Insomma la risposta c’era; ma ella fu tanto cortese da non darmela, o così turbata da non pensarci neanche. E mi guardava in quella vece, mi guardava con occhio smarrito, e taceva.

Io mi avvidi d’aver fallito la strada e volli tornare indietro. Ciò che mi venne alle labbra non era gran cosa; ma mi parve in quel punto un’ispirazione del cielo.

— Via, sono un pazzo, scusatemi! Io