Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/245

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intorno a lei, avrò forse dato molestia ad un povero diavolo che rama. Ed ella stessa a prima giunta avrà creduto.... sì certo; ma adesso non avrà a temer nulla; sebbene avrei potuto tenere una strada diversa, e non esser villano per mostrarmi sincero. Ora, quel che è peggio, ho lasciato trapelare il mio segreto. La signora Maddalena saprà che amo Ginevra, e Ginevra non ne sa ancor nulla; io non mi sono certamente diportato in modo che ella potesse avvedersene. Qual concetto si sarà fatto di me? Le sue parole non mi hanno fatto scorgere ch’ella mi crede invaghito della Toralba? Oh, in fede mia, che è stato un bel cominciamento! Ella almeno s’è ingannata; mentre io ho veduto che a lei non ne importa un bel nulla. Ma che donna è costei? Che pensieri girano per quella testa? E che so io? È bella, stupendamente bella, ed io darei dieci anni di vita per poterle parlare con quella disinvoltura che avevo accanto a quell’altra. Suvvia, Aloise.... -

Così dicendo si alzò, mettendosi a passeggiare per quella sala, dove la luce dei doppieri era più mite e dove giungeva più fiocco il rumore della festa.

- Suvvia, Aloise! Bisogna superare questa ritrosia bambinesca, farsi animo, ed essere con lei quello stesso che sono con altre. Che dirà ella, alla perfine, vedendomi sempre così asciutto e freddo come un giorno di febbraio? -

L’immagine del giorno di febbraio lo fece sorridere, sebbene mestamente, e la sua fantasia proseguì su quel metro.

- Sì, bisogna ch’io mi scaldi, e scaldi a mia volta la statua di ghiaccio. Ella non ama nessuno, e questo mi è noto. Per bellezza di forme e nobiltà di pensieri ella appare troppo alta ad ognuno di questi adoratori pedestri, ed è giusto. L’amore soltanto, l’amore sconfinato, può levarsi all’altezza di quella donna. E per questo, Ginevra, voi non istarete molto a saperlo, non c’è chi mi vinca. -

In quella che Aloise dallo sconforto correva alla fede, e cavando di tasca un altro paio di guanti si rifaceva verso la porta della sala deserta, udì nella camera attigua alcune voci di uomini e donne che dicevano: - La quadriglia! suonano la quadriglia. -

E allora gli sovvenne della quadriglia che doveva ballare colla marchesa Maddalena. Giungeva proprio in mal punto, quel ballo cerimonioso!

Quando Aloise fu presso alla marchesa Torralba, vide accanto a lei Enrichetta Corani e il Nelli di Rovereto, suo