Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/285

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centinaia di compari, e allora dove n’andrebbero gli utili, divisi e suddivisi tra mille?

- Tu hai bevuto troppo, e non capisci nulla! - disse a lui di rimando l’oratore. - Qui bastiamo in dodici, e uno di più guasterebbe il negozio. Ognuno di noi conosce un lato dei segreti di cento e più donne. Vi par troppo? Pensateci un tratto; ricordatevi; frugate nei ripostigli della vostra memoria! Talvolta, in un crocchio di amici, non avete udito dire chi fosse l’amante della tale, e della tal altra? Un piccolo scandalo avvenuto, e commentato per cinque o sei giorni dall’universale, non vi ha egli messo sulla traccia di molte cosette ignorate? O non avete, passeggiando per una via fuori mano, veduto una coppia d’innamorati? A teatro, mentre il tenore stuonava una dichiarazione d’amore, non avete colto uno sguardo tra un palchetto e un punto della platea? Di questi fatterelli ognuno di noi ha certamente udito e veduto le migliaia. Ma pur troppo il difetto di unità nelle osservazioni, la sbadataggine, la noncuranza per una cosa che direttamente non ci risguarda, fanno sì che tanti preziosi aneddoti, tante ghiotte considerazioni non approdano a nulla, poi si dimenticano, e quando verrebbero a taglio non si sa più cavarne un costrutto.

- È vero! verissimo! - gridarono gli altri in coro. - Tu parli come un savio della Grecia.

- Grazie tante! Ma andiamo innanzi. Pensate un poco voi altri, di quanta efficacia sarebbe il mettere tutto questo contingente di appunti quotidiani a pro’ del nostro consorzio, e scriverlo sul gran libro per ordine alfabetico. Non passa un anno, e la storia di una bella signora si trova là dentro, scritta da cima a fondo, come se ci avesse posto mano Plutarco. E adesso veniamo all’utilità del negozio. Uno dei colleghi è innamorato della tale; s’è posto a corteggiarla, e non sa come venirne a capo; risica, per poca conoscenza del suo umore, di fallire la strada, di pigliar la più lunga, o di pigliarne una che lo conduca in un ronco. Che fa egli, essendo dei nostri? Apre il libro mastro a quella tal lettera dell’alfabeto; legge e rilegge il capitolo che narra la vita e i miracoli della dama; vede che cosa ella abbia fatto in suo vivente; quali affetti l’abbiano consolata o desolata; quali argomenti di tristezza ella abbia avuti, o abbia tuttavia in casa; in quali aneddoti, in quali storielle sia stata protagonista; di quali persone si fidi, e di quali no; che piccoli fatti ci siano che ella crede ignoti al mondo, e che la vigilanza assidua di taluno ha scoperti e la malevolenza