Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/205

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gliene disse tutto il bene che pensava, e s’impuntò a volerlo netto d’ogni biasimo, quando pure ebbe a parlare della rovina a cui s’era condotto.

- Qui sotto c’è un arcano del cuore; - aveva detto il Giuliani; - nè io m’attento di scrutarlo.

- M’avete narrato ch’egli è sempre dai Torre Vivaldi; - soggiunse il duca. - Il gesuita non dimora egli nel palazzo, e non è egli l’anima di quel partito che è capitanato dal marchese Antoniotto?

- Sì! - rispose il Giuliani, che vedeva andare il duca diritto da quelle premesse alla medesima illazione ch’egli aveva tratta in cuor suo.

- Disgraziato! - esclamò il duca. E non ne disse altro.

Intanto il Giuliani, ripigliato il filo del racconto, venne alle cose sapute dal servo Michele. In quel colloquio che il damo della signora Marianna aveva origliato dalla toppa, il gesuita ed il Collini s’erano aperti del tutto. Bonaventura si faceva forte dell’aiuto della marchesa Lilla perchè Maria accettasse la mano del suo discepolo, se non voleva chiudersi in un monastero per sempre. E qui il duca di Feira vide la necessità di sgominare il disegno presso la marchesa medesima, innanzi di far capo a quell’ultima ratio dello scandalo, che teneva in serbo il Giuliani.

Più grave, e meno rimediabile, era il caso di Aloise. Stretto dai creditori, aveva già dovuto vendere due case, che gli fruttavano la sua modesta agiatezza. Ma quel sacrifizio non era bastato; c’erano fuori altre cambiali per una somma ragguardevole, e le aveva in mano il Collini. Ora, quelle cambiali erano false.

Com’era ciò avvenuto? Il nome di Aloise c’era scritto, accanto ad un altro rispettabile nome; ma quel nome, pur troppo, non era vergato di pugno del suo legittimo possessore. Questo aveva notato con aria di trionfo il Collini, e si capiva che egli, mostrandosi vittima innocente dell’inganno, non avrebbe tralasciato di metter la cosa in mano alla vindice giustizia, quando, all’avvicinarsi della scadenza, avesse riconosciuto che quelle cambiali odoravano di truffa. Intanto lo sapeva egli già, egli che aveva tesa la rete, e per mezzo de’ suoi fidati trattovi dentro il mal cauto nemico. E intanto il nonno era già in chiaro d’ogni cosa; gli era stato accortamente dimostrato come Aloise facesse assegnamento sulla sua eredità, e come, mandato allegramente in malora il fatto suo, facesse a fidanza colla morte del nonno. E il vecchio Vitali era andato su tutte le furie; aveva fatto un testamento