Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.2, Milano, Treves, 1906.djvu/89

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— Mi piaci più quando operi, che quando ragioni; — rispose romanamente il Contini.

— Ingrato! Io t’amo anche quando canti; chi è il migliore, di noi due? Ma lasciamo le chiacchiere, e mettiamo alla vela.

— Si potrebbe almeno sapere che cosa hai immaginato? — chiese quell’ostinato di capitan Dodero.

— Ah, gli è il grande arcano; lo saprete tra due ore, se non vi dorrà di aspettarci.

— Aspetteremo sicuramente! — gridò l’Assereto. — Ma dove?

— Sedetevi a consiglio sulle panche delle cavolaie, qui sulla piazza di San Domenico; due ore, e siamo da voi. —

In questi discorsi s’erano alzati da tavola e scendevano, per la scaletta, nella sala a pianterreno. Colaggiù non c’erano più avventori, e il provvido tavoleggiante aveva già spento tre becchi della lucerna a gasse, lasciando a mala pena uno spiraglio nel quarto, per nutrire una scarsa fiammella, alla cui luce azzurrognola si poteva scorgere l’ostessa, che sonnecchiava dietro il suo banco in mezzo alle sue mostre di vivande, come un timoniere alla barra, in una notte di calma.

All’udir scendere quella lieta brigata che la faceva pisolare ogni notte a quel modo, la povera ostessa aperse gli occhi e mise un sospiro.

— Sospira per me? — chiese il Contini, accostandosi al banco.

— Sì, per l’appunto; — rispose l’ostessa, — e penso che non vorrei esser sua moglie per tutto l’oro del mondo.

— E perchè, di grazia?

— Perchè? Ma le par ora, questa, di andare a casa?

— Brava! appunto perchè non ci ho persona ad attendermi sulle celibi piume. Se sapesse com’è triste a vedersi, il letto d’uno scapolo! Vuol forse vederne uno?

— Vada là, vada là, buona lana!

— Non vuole? Ha torto. La cosa meriterebbe d’esser veduta. —

E ridendo a crepapelle, il più matto dei Templarii seguitò l’amico Giuliani, non senza aver stretto la mano agli altri colleghi e ricevuti i loro augurii per la magna impresa fantasticata dal giornalista.

Rimasti in due, tirarono diritto pel vicolo della Casana, e di là fino a Campetto. S’intende che il Giuliani guidava, e il Contini teneva dietro, non sapendo ancor nulla dei disegni dell’amico.